Esteri

Primarie Usa 2020, in Iowa Buttigieg in testa. Ma per i Dem è un disastro

A 36 ore dalla chiusura dei seggi, è sempre più confusa la situazione tra i Democratici in Usa

A 36 ore dalla chiusura dei seggi, e' sempre piu' confusa la situazione tra i Democratici in Usa, ancora in attesa dei risultati ufficiali dei caucus in Iowa. Gli ultimi dati disponibili, con il 71% dei voti scrutinati, vedono Pete Buttigieg in testa, con il 26,8% dei voti, seguito da Bernie Sanders al 25,2%, da Elizabeth Warren al 18,4%, da Joe Biden al 15,4% e da Amy Klobuchar al 12,6%. Ma ormai, caos e incertezza regnano sovrani, misti anche a un certo senso di sfiducia reciproca. Escluso l'hacker, sembra sia stato un "errore di codice" nella nuova applicazione scelta dal team organizzativo a causare il ritardo nella pubblicazione dei dati. O forse e' stato un errore umano.

Ma la notizia che la societa' che ha sviluppato l'applicazione, Shadow Inc, ha ricevuto denaro dalle campagne elettorali di Buttigieg e Biden non contribuisce a rasserenare gli animi. Buittigieg, l'ex sindaco di South Bend, in Indiana, primo candidato alla presidenza apertamente gay, insiste nel proclamarsi vincitore: "E' una vittoria stupefacente", ha commentato a caldo il battagliero 38enne. Secondo una prima analisi fatta dal New York Times, ha prevalso in molte contee rurali, dove la popolazione e' piu' moderata; Sanders sta vincendo invece nella contea in cui si trova la capitale dell'Iowa, Des Moines, cosi' come in alcuni dove e' concentrata la popolazione latina piu' numerosa. In attesa dei risultati definitivi, chi finora ha perso e' il Partito democratico.

Il fiasco delle primarie ha consegnato al Paese l'immagine di un partito, lo stesso che negli ultimi ani ha contestato sistematicamente la legittimita' dell'elezione del presidente Donald Trump, incapace di organizzare una consultazione interna. Una situazione che ha fatto esultare il presidente Trump che ha facile gioco nel dire che un partito che non riesce neppure a organizzare le sue primarie interne, non puo' governare il Paese. Tra l'altro, i risultati, seppur ancora parziali ma che rappresentano quasi tre quarti delle schede votate, ipotizzano un possibile verdetto finale in cui ci sara' un candidato con il maggior numero di delegati e un altro che invece conquista il voto popolare: Sanders infatti ha ottenuto finora 32.673 voti; seguito da Buttigieg (31.353), Warren (25.692) e Biden (16.447).

Ma a inquietare il partito, oltre al danno d'immagine, e' il dato politico: dopo tre anni e tre mesi in cui i Democratici hanno cercato un candidato in grado di battere il presidente, emerge la scomparsa dei moderati, relegati a un ruolo marginale. Se i dati verranno confermati, Joe Biden e' il grande sconfitto, travolto dai "socialisti" Sanders e Warren, e dal moderato piu' vicino alle loro posizioni, Pete Buttigieg. L'altra moderata, Amy Klobuchar, e' solo quinta, mentre l'uomo d'affari Tom Steyer e' sparito. Per paradosso, il vincitore morale potrebbe essere l'ex sindaco di New York, Mike Bloomberg: il miliardario ha deciso di non correre in Iowa, dove si elegge l'uno per cento dei delegati da mandare alla convention nazionale, ma di puntare tutto sulla California, dove a marzo si nominera' il 10 per cento dei delegati. Proprio nel Golden State, Bloomberg ha gia' investito 35 milioni di dollari in campagna pubblicitaria e messo in piedi uno staff con 800 persone.