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Usa, ennesima strage al Mall in Texas: spari sulla folla, almeno 8 morti

l killer, vestito in divisa nera da combattimento, ha iniziato a sparare contro chiunque gli fosse vicino. Tra le vittime anche un bambino

Usa: strage al Mall in Texas, 8 morti più il killer

Nove morti, tra cui il killer, tre feriti in condizioni critiche e quattro in condizioni stabili: è il bilancio dell’ennesima strage, stavolta avvenuta in un centro commerciale di Allen, sobborgo a quaranta chilometri da Dallas, in Texas. L’allarme è scattato intorno alle 15,30, quando un uomo è arrivato in auto e ha parcheggiato vicino all’ingresso del mall, all’altezza dello store M&M. Il killer, vestito in divisa nera, da combattimento, con indosso un giubbotto antiproiettili, è uscito imbracciando un’arma da guerra, un fucile tipo Ar-15, e ha cominciato a sparare sulle persone che stavano camminando a pochi metri da lui. Cinque, tra cui un bambino, sono stati abbattuti subito, un sesto poco distante.

Il killer camminava lungo il marciapiede e sparava a chiunque fosse vicino. Dieci i feriti, tra cui due che sono poi morti in ospedale. In quel momento nel Mall c’erano migliaia di persone, famiglie, donne, ragazzi, coppie di fidanzati, bambini. La strage poteva essere ancora più grave se non fosse intervenuto un agente, che era stato chiamato nel centro commerciale per un altro motivo. Il poliziotto ha affrontato il killer e l’ha ucciso, colpendolo almeno una volta all’occhio sinistro. Il corpo dell’assassino è rimasto disteso, davanti a uno store di hamburger e panini. L’uomo, vestito di nero, aveva accanto a sé il fucile semiautomatico con un caricatore da 45 colpi inserito. Questa strage, rispetto a quelle più recenti, ha offerto una serie di documenti agghiaccianti che hanno mostrato i momenti chiave della strage. In una clip, registrata dalla telecamera installata sull’auto di una persona appena uscita dal mall, si vede l’arrivo dell’auto del killer, l’uomo uscire e cominciare a sparare sulla folla come in un'esecuzione. Le immagini non sono nitide, ma la raffica di colpi si sente chiaramente.

Un altro video mostra la gente in fuga, mentre si sentono una decina di potenti esplosioni in rapida successione. Un terzo video, girato con il cellulare da una persona che si è avvicinata ai corpi delle vittime, mostrava persone devastate dai colpi, coperte di sangue. Per ore il video è stato cliccato su Twitter, senza che la piattaforma lo censurasse. Tra i corpi all’ingresso del Mall c’era un bambino, o una bambina, braccia distese, sangue dietro la nuca. Secondo gli investigatori, il killer, di cui non è stato ancora fornito il nome, ha sparato tra i 60 e i 70 colpi. La strage rilancia per l’ennesima volta il tema della diffusione di armi.

Il governatore, il Repubblicano Greg Abbott, ha parlato di “tragedia inspiegabile”, ma dal 2014 il numero delle vittime a causa delle armi è cresciuto in modo verticale, insieme con l’aumento delle armi in circolazioni. Nove anni fa, secondo i dati forniti dai Center for Disease Control, le vittime erano state 2.468. L’anno successivo sono state 3.203, e il trend è andato salendo in modo sistematico: 3.353 morti nel 2016, poi 3.513 nel 2017, 3.522 nel 2018, 3.683 nel 2019.

Se la California ha il primato delle armi vendute, il Texas è al secondo posto, ma lo supera per la percentuale di vittime: il 67 per cento in più rispetto allo Stato della costa ovest. Nella prossime ore è atteso un intervento della Casa Bianca. A ogni strage il presidente degli Stati Uniti Joe Biden lancia lo stesso appello ai Repubblicani del Congresso: approvare subito una legge che metta al bando le armi da guerra. Come sempre non verrà ascoltato. La lobby delle armi in America è molto forte e finanzia i politici di Washington, in particolare quelli del Partito repubblicano.

I conservatori, come sempre, stanno già “inviando le preghiere” alle famiglie delle vittime. Ai giornalisti che chiedevano se pregare non fosse sufficiente per fermare le stragi, il rappresentante repubblicano del Texas, Keith Self ha risposto: “Quelli che criticano non credono in un Dio onnipotente, il quale è invece in controllo delle nostre vite”. La trumpiana Marjorie Taylor Greene è sulla stessa linea: “Non abbiamo bisogno di maggior controllo delle armi - ha commentato - ma di affidarci a Dio”.