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ANBI, Vincenzi: "Serve risposta europea per il futuro delle risorse idriche"

Il fiume Po, in crescita, è maggiormente in salute nel tratto piemontese (a Torino ha una portata superiore alla media) che in quelli lombardi ed emiliani, dove il deficit sulla media storica resta ancora notevole (al rilevamento ferrarese di Pontelagoscuro manca il 26,5% d’acqua). Tutti i fiumi della Toscana hanno livelli idrici in calo ed il Serchio torna nuovamente a distinguersi per le esigue portate (mc/s 11), nettamente inferiori ai valori medi del recente passato, mentre l’Ombrone, grazie alle abbondanti piogge cadute sul bacino, può vantare una condizione migliore della media  nello scorso decennio.

Nelle Marche crescono i livelli dei fiumi Potenza, Esino e Sentino; stabili invece Tronto e Nera. In Umbria, il lago Trasimeno torna ad un livello di -m. 1,10 sullo zero idrometrico, avvicinandosi ai livelli del preoccupante 2022 (-m. 1,17) a dimostrazione di come la crisi idrica incida profondamente e prolungatamente su questo bacino, nonostante un piovoso maggio (circa 120 millimetri di pioggia caduta mediamente sulla regione con il massimo di mm. 225,8 , registrato a Monte Cucco al confine con le Marche); crescono i fiumi Tevere e Chiascio, mentre resta invariata la Nera.

Nel Lazio si alza il livello del lago di Bracciano (+ cm. 8), mentre si riducono le portate del fiume Tevere (ora a mc/s 117 ), che torna sotto la media del periodo; superiori alla media, anche se in calo, sono le portate  di Aniene (mc/s 20), Fiora e Liri, mentre stabili sono i livelli del Sacco. In Campania, il fiume Volturno risulta decrescente nelle rilevazioni a monte, mentre cresce verso la foce; stabili i livelli del Sele, mentre calano quelli del Garigliano, pur rimanendo molto superiori alla media del quinquennio.

Il 2023 si conferma un’annata idricamente ricca per la Basilicata, che vede incrementare il volume d’acqua contenuta negli invasi (+5,5 milioni di metri cubi) anche ad inizio estate, quando normalmente vengono utilizzati grandi quantitativi di risorsa per l’irrigazione; lo scarto positivo con il 2022 sale così a 75 milioni e mezzo di metri cubi. In Puglia, infine, tale surplus idrico è addirittura superiore negli invasi del foggiano (+76 milioni e mezzo di metri cubi); complici le condizioni climatiche, è significativo notare la grande differenza d’acqua ad uso irriguo, prelevata in questa settimana e nello stesso periodo del 2022: mc. 870.000 contro gli oltre 11 milioni e mezzo dello scorso anno.

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