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Asia Argento: violenze, morte, amori e rinascita di un cuore selvaggio

di Sara Perinetto

Anatomia di un cuore selvaggio è il libro autobiografia di Asia Argento, che racconta la sua vita di eccessi e la rinascita dopo le violenze e i lutti

Leggere l’autobiografia di Asia è spalancare una finestra in pieno inverno: l’aria fredda è uno schiaffo in faccia, ma ti fa tornare a respirare a pieni polmoni.

Niente preamboli né giri di parole, Asia entra subito nel vivo già dalle primissime pagine di questo libro, Anatomia di un cuore selvaggio, la sua autobiografia dal 26 gennaio in libreria per Piemme, in cui racconta tutta la sua vita a cuore aperto, dall’amore per Morgan a Anthony Bourdain passando per tutte le altre metà del suo cuore, parlando di Sergio Rubini, Vin Diesel e X-Factor, delle violenze subite da Harvey Weinstein e Rob Cohen, il tradimento dell’amica Rose McGowan e di Ronan Farrow, le botte prese dalla madre e tanto altro ancora.

Partendo dalla sua infanzia, “un oscillare tra momenti bui, composti di violenza e abbandono”, passata in fretta, camminando da una casa all’altra dei suoi genitori separati, sola per Roma con la gabbietta dell’amato uccellino, Asia ha fatto tutto precocemente: lavorare, scoprire l’amore, conoscere la morte, le droghe, i viaggi, i traumi.

D’altronde, con due genitori così, artisti amati e odiati, che si amavano e si odiavano, Dario Argento e Daria Nicolodi, Asia non ha potuto fare altro che diventare, troppo in fretta, la donna forte, testarda, contradditoria e libera che è oggi, senza perdere quella schiettezza e quella tenerezza tipiche di chi ne ha passate tante, forse troppe, e ora vuole solo un po’ di pace, di tranquillità, godersi quel focolare domestico mai avuto e sempre agognato.

Senza chiederlo è divenuta paladina del #metoo internazionale, senza preavviso è diventata il bersaglio di quella stessa battaglia. Apprezzata all’estero, ostracizzata in patria, quella stessa patria che l’ha giudicata senza conoscerla: e così, tra le pagine di questo libro-confessione, Asia si toglie qualche sassolino dalle scarpe, non si preoccupa di fare nomi e cognomi, svela molti lati della sua vita che dai media italiani sono stati ignorati o distorti, le sfaccettature più buie e dolorose. E lo fa con quel suo solito stile che non conosce bon ton, senza giri di parole, che si tratti di sesso, di rave party o di “quel porco” di Weinstein.

Ma con parole di dolcezza infinita quando invece parla dei suoi amori più sinceri, dei suoi figli, della sorella Anna morta in un tragico incidente, dei genitori. “Tutto di lei era stregoneria, violenza e incanto”, dice della madre, ricordando le botte, gli abbandoni ma anche il riavvicinamento e gli ultimi giorni di vita in piena emergenza Covid.

Ciò che più colpisce è la scoperta di una persona molto diversa da quei ritratti stereotipati fatti negli anni dalla stampa italiana, che mira troppo spesso più allo scandalo che alla verità. Un’artista a tutto tondo, capace di scrivere programmi di cultura, portare avanti progetti musicali, recitare in film di successo o dirigere sceneggiature scritte da lei stessa che conquistano Hollywood. Una donna che ha raggiunto la piena consapevolezza di sé dopo essere passata attraverso violenze e abusi, ma che non per questo si conforma al ruolo di vittima da difendere o compatire. In questo, Asia riesce a rappresentare le donne di oggi, ancora troppo oppresse dal patriarcato ma non più deboli, non più sottomesse, non per questo disposte a rinunciare alla propria libertà: di vivere, di viaggiare, di amare, di “scopare con chi mi pare”.

E con i suoi racconti sinceri mostra una verità ancora troppo spesso taciuta: non sempre gli stupri sono compiuti da sconosciuti incappucciati che ti assaltano di nascosto e ti minacciano con un coltello; molte volte le violenze arrivano da chi ti sta accanto, dice di volerti bene, si prodiga per i tuoi figli, ti aiuta col lavoro, così che subdolamente, dopo aver conquistato la tua fiducia, si approfitta delle tue debolezze, sfruttando quel latente senso di colpa e ingratitudine che ti costringe a subire abusi magari per anni, bloccandoti nella paura di aver frainteso, di essertela cercata, di non essere creduta se decidi di denunciare.

È questo, forse, il più grande merito di un libro che arriva forte al cuore, come un pugno, un pugno che però serve a farlo tornare a battere più forte di prima.