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Mediterraneo nero: rifiuti tossici in fondo al mare e criminalità organizzata
Gian Luca Campagna tra depistaggi e bugie racconta le navi dei veleni affondate dalla criminalità organizzata con la compiacenza di pezzi deviati dello stato
Rifiuti tossici sul fondo del mare e quelle navi dei veleni
“Perché ho scritto Mediterraneo Nero? Perché il Mediterraneo sa di sole, di mare, di vento, di sale, anche di mirto e rosmarino… il Mediterraneo profuma di vita. Vita che negli anni ’80 e ’90 è stata messa gravemente in pericolo dalle navi cariche di fusti tossici e radioattivi che venivano affondate in mezzo al mare dalla criminalità organizzata con la compiacenza di industrie e pezzi deviati dello stato, navi cariche di veleni che ancora oggi giacciono sui nostri fondali."
A dirlo è Gian Luca Campagna, autore di Mediterraneo Nero, Mursia editore, quarto titolo della collana Giungla Gialla diretta da Fabrizio Carcano. "Con questo mio noir ho voluto raccontare e portare a galla un problema che è passato troppo spesso sotto silenzio. Come dice a un certo punto il mio protagonista Todo modo para buscar la voluntad divina, cioè ricercare la verità con ogni mezzo, seguendo l’insegnamento di Ignazio di Loyola.”
Mediterraneo nero
Francesco ‘Ciccio’ Cuccovillo è un cronista di origini baresi che lavora da anni a Roma per un quotidiano nazionale. Viene contattato da un suo vecchio amore giovanile andata in sposa a uno dei suoi amici di quando era ragazzo, ricoverato per mesotelioma contratto per essere stato a contatto con un’azienda che produceva amianto. La donna lo convince a consegnare una lattina di Coca Cola sigillata di cui non si conosce il contenuto a un ingegnere brianzolo che negli anni ’80 e ’90 gestiva nel Sud Italia il traffico illecito dei rifiuti tossici tra navi autoaffondate (le cosiddette navi dei veleni) e il traffico con i paesi del Terzo Mondo, dove venivano sversati costruendo reti stradali in mezzo al deserto.
Comincia così una caccia all’uomo che presto si unisce nell’indagine sul destino di una nave, la Quadrifoglio Rosso, autoaffondata al largo delle coste pugliesi. Tra reticenze, depistaggi, bugie, sospetti, mezze verità, aiuti inaspettati, il cronista compirà un autentico viaggio lungo le coste italiane, dal Sud al Centro passando da Ovest a Est, per carpire informazioni su questo ingegnere che sembra essere un fantasma. Francesco Cuccovillo, tra magistrati corrotti, fidanzate petulanti, criminali pentiti, lapdancer romantiche, politici ambigui e ambientalisti disillusi, nel nome di giustizia e perdono scoprirà quanto è sottile il confine tra verità e menzogna raccontando i veleni del Mare Nostrum.
Gian Luca Campagna
(Latina, 1970) è giornalista e comunicatore d’azienda. Beve a piccoli sorsi un litro di rum al giorno, odia le lasagne delle suocere, ascolta la musica tribale dei vicini rumorosi, declina l’invito a riunioni sulle piattaforme petrolifere, ama i cani e teme le mantidi religiose. Ha scritto i romanzi ‘Molto prima del calcio di rigore’ (Draw Up, 2014), ‘Finis terrae’ (Oltre, 2016), ‘Il profumo dell’ultimo tango’ (Historica, 2017), ‘L’estate del mirto selvatico’ (Frilli, 2019), ‘La scelta della pecora nera’ (Historica, 2020). Ha creato la figura del detective italoargentino José Cavalcanti, anarcolibertino, nichilista e politicamente scorretto. Riceve senza appuntamento sulle sue pagine social, accettando anche insulti, purché costruttivi.