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Micromega contro il "politically correct"
Paolo Flores d'Arcais e l'elogio del populismo
L’ultimo numero di Micromega, il mensile della sinistra dura e pura, edito dal “progressista” De Benedetti, esce con un titolo di assoluta sorpresa: “Contro il politicamente corretto”. Il numero 6/2018 è infatti definito un “vero e proprio ‘manifesto’ contro il politicamente corretto”. Paolo Flores d’Arcais punta l’indice contro gli eccessi del politically correct e gli eccessi sanzionatori che ha prodotto.
Scrive il direttore nel suo editoriale:
“La sbornia politicamente corretta che ha travolto la sinistra ormai da diversi decenni sta vivendo negli ultimi tempi – grazie al revival dei movimenti identitari – una stagione di nuovi eccessi. Con acrobazie (il)logiche degne dei migliori trapezisti, si è giunti ormai alla riscoperta ‘progressista’ della censura, immunizzando in primis, in nome del rispetto, le superstizioni venerabili e storiche dalle critiche rivolte a dogmi santi profeti e altri Dii, per bordeggiare infine le sontuosità beghine della sessuofobia.”
Insomma la critica dell’ateo direttore è contro la tolleranza ai “dogmi santi profeti e altri Dii”.
D’Arcais finalmente si scarica e tuona come un eretico anarchico antipapalino del secolo scorso, ma dice la verità. Ora il passo che dovrebbe fare ulteriormente è quello di criticare non solo gli eccessi papalini, ma anche in tutti gli altri campi della tolleranza universale voluta dal mondialismo e amati dal suo editore e dai suoi giornalisti, tipo esaltazione acritica del “nuovismo”, della Rete, dei Social, dei vegani, dell’estremismo religioso, del femminismo acritico alla #MeToo (ne parla Elisabeth Badinter) o della moda di storpiare le parole, tipo “operatore ecologico” per nasconderne il vero significato.
La nuova posizione assunta da Micromega è quanto mai strana se si pensa che fa parte di un gruppo che comprende la Repubblica, l’Espresso e Le Scienze, che da anni hanno fatto del politically correct la loro sdrucita e inguardabile bandiera ipocrita.
Quindi le considerazioni di d’Arcais sono assolutamente condivisibili perché di buon senso. Se la sinistra le avesse fatte sue a suo tempo non si dibatterebbe nella sua crisi che vede ora nel segretario del Pd Maurizio Martina il suo degno rappresentante, piccolo Savonarola della Brianza, tarantolato dal popolo, dopo anni di governo irresponsabile.
Sono anni che la destra e il sovranismo afferma le stesse cose di d’Arcais, ma non è stata mai ascoltata, se non dagli elettori, che sono poi gli unici veri giudici della politica. Anzi, chi parlava contro la religione del politically correct era tacciato sdegnosamente dagli intellettuali del gruppo editoriale suddetto con l’epiteto di “populista”.
Forse che la svolta sia dovuta anche ai problemi che ha il gruppo editoriale con il pacchetto di licenziamenti e relativi scioperi previsto? Forse che lor signori dalla parola infuocata si siano accorti che la proprietà fa i cavoli propri e non quelli loro? Chi lo sa? Sta di fatto che ora Micromega spara ad alzo zero contro l’ideologia di De Benedetti. Meglio tardi che mai.