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Nomine Rai, Veti di Di Maio. Anzaldi (Iv): "Se vero, si dimettano Cda e Ad"
Il Segretario della Vigilanza Rai chiede delucidazioni sulle presunte pressioni sulla nomina del direttore del Tg3. "Il M5s smentisca"
Ieri sembrava la giornata fatidica per le nomine Rai, e invece - per l'ennesima volta - è saltato tutto, parrebbe, per un veto categorico di Luigi Di Maio, Ministro degli Esteri e capo politico del M5s, relativo alla figura di Mario Orfeo, indicato alla direzione del Tg3.
A parte la comicità del tutto, con i grillini un tempo fautori e paladini di una Rai avulsa dalle dinamiche partitiche e politiche, e ora particolarmente impegnati a condizionare le sorti dell'azienda del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi, Segretario della Vigilanza Rai, entra nella questione dichiarando sulle sue pagine social: "I giornali mettono nero su bianco che a bloccare le nomine Rai sarebbe stato il ministro degli Esteri e leader del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio". E precisa: "Addirittura viene detto che Di Maio avrebbe posto persino veti su questo o quel giornalista da nominare in questa o quella direzione di tg".
"Se fosse confermato" denuncia l'Onorevole, "saremmo di fronte ad un’ingerenza gravissima sul servizio pubblico. Perché Di Maio, a diverse ore dalla pubblicazione dei quotidiani, non ha ancora smentito? Perché dal Governo e dal presidente del Consiglio non sono arrivate smentite? Membri del Governo decidono addirittura singoli direttori? Se un giornalista non sta simpatico a Di Maio non può dirigere un tg Rai? Altro che partiti fuori dalla Rai: saremmo al trionfo della peggiore spartizione politica e ad una chiara violazione di legge."
L'On. Anzaldi prosegue: "Se Di Maio non smentisce, allora a dimettersi dovrebbe essere tutto il Consiglio di amministrazione, compreso l’amministratore delegato Salini. I consiglieri accettano in silenzio che venga detto che le loro decisioni vengono prese altrove? Per la prima volta nella storia della Rai, in Cda siede un rappresentante eletto dai dipendenti (Riccardo Laganà, NdR): possibile che anche lui stia zitto e si faccia dire che le nomine le decide Di Maio? Non è un caso, evidentemente, che il Cda sia presieduto da chi, come Foa, è ciò che di più lontano possa esserci da un presidente di garanzia".