Medicina
Il Covid e la riforma del sistema sanitario: tra il Pnrr e le scelte regionali
La Lombardia inverte la rotta dopo il fallimento della Legge 23, ma rimane il problema della separazione tra sociale e sanitario che riguarda tutto il Paese
Il percorso istituzionale
Le linee guida andranno in discussione in Commissione Sanità prima e in Consiglio Regionale poi: da giugno, con tre sedute settimanali per due mesi, da parte della Commissione verranno auditi i principali interlocutori del Servizio Sanitario, presenti l’assessore al Welfare Letizia Moratti e la direzione generale Welfare. Entro luglio, la Giunta approverà un progetto di legge “tenendo conto dell’ampio dibattito in Commissione” e a settembre la stessa Commissione valuterà il testo di legge proposto, discutendo emendamenti “formulati anche alla luce delle proposte delle parti sociali”. L’approvazione finale in Consiglio è prevista a novembre, ma dalle opposizioni già si alzano i toni della protesta. Sia Usuelli (+Europa) che Astuti (Pd) si sono detti stupiti del percorso scelto: “Discuteremo di diapositive, invece che del testo di una proposta, che arriverà solo a valle di questo percorso”.
Ats e Asst: chi fa che cosa?
In una nota della Regione Lombardia si spiega che “alle Ats spetteranno la gestione sanitaria e flussi relativi; indirizzi in materia contabile alle Asst; autorizzazioni sanitarie e istruttoria accreditamento; negoziazione e acquisto delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie; controlli sanitari ad enti pubblici e privati; programmazione attività di prevenzione; gestione delle politiche di investimento Hta e di edilizia sanitaria e ospedaliera e territoriale; coordinamento degli approvvigionamenti in raccordo con Aria; acquisizione del personale con procedure accentrate, ferma restando la possibilità di procedure singole per professionalità e aree più disagiate; gestione del rischio clinico, con supporto e coordinamento per le politiche assicurative delle aziende pubbliche; formazione; sanità animale, igiene urbana veterinaria, igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche, igiene degli alimenti di origine animale, impianti industriali e supporto dell'export, programmazione e coordinamento sanità pubblica veterinaria e sicurezza alimentare; farmaceutica convenzionata”. Compiti diversi invece per le Asst, le aziende socio sanitarie territoriali, che “si occuperanno delle sedi di distretti e attività erogative; dipartimento cure primarie; dipartimento salute mentale; dipartimento funzionale di prevenzione; i poli ospedaliero e territoriale, articolato in distretti, che coincidono con gli ambiti sociali”.
I nuovi distretti
Le linee guida prevedono un distretto ogni 100.000 abitanti come “sede di strutture erogative territoriali - poliambulatori, centrali operative territoriali, ospedali di comunità - e servizi amministrativi per i cittadini: scelta e revoca, commissioni patenti, prestazioni medicina legale, indicativamente in funzione della stima demografica”. All'interno del distretto, nelle intenzioni di Regione Lombardia, dovrebbero esserci: “Dipartimento di cure primarie; assistenza specialistica ambulatoriale; prevenzione individuale; prevenzione e cura tossicodipendenze; consultori familiari; attività rivolte a disabili e anziani; attività rivolte agli adolescenti; medicina dello sport; centrale operativa territoriale; assistenza domiciliare integrata; valutazione multidisciplinare; cure palliative; medicina di comunità e infermiere di famiglia; assistenza farmaceutica; assistenza protesica”.