Politica

App immuni, i dubbi del Copasir: via libera con riserva alla relazione

di Paola Alagia

"Messi nero su bianco gli aspetti critici". IL RETROSCENA DI AFFARI

E’ arrivato nel pomeriggio di oggi il via libera del Copasir alla relazione sulla App Immuni. Un ok con la sola astensione del Movimento cinque stelle. Il documento, dodici pagine in tutto, i cui relatori sono Antonio Zennaro e Paolo Arrigoni, rispettivamente deputato del gruppo Misto e senatore della Lega, è ancora riservato, in quanto in attesa di un passaggio al Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, ndr), prima di essere trasmesso alle Camere.

Ma come Affaritaliani.it è in grado di anticipare, la relazione è stata promossa con riserva. Da ambienti Copasir trapela che nel testo “sono stati messi nero su bianco gli aspetti critici. Si tratta di alert sui rischi che, però, dal momento che l’applicazione è in fase progettuale, possono essere ancora gestiti”.  Comunque, al progetto e all’impiego di Immuni viene dato disco verde da parte del Comitato, a patto che lo strumento sia non obbligatorio ma su base volontaria. Tuttavia, questa non è la sola raccomandazione contenuta nel documento. Nella relazione si evidenzia, infatti, “la necessità che la gestione del flusso dei dati e dei server sia mantenuta in Italia”.

Un altro aspetto sul quale il testo si sofferma è poi la sicurezza: è vero che la società Bending Spoons concede gratuitamente il codice sorgente, ma il documento, spiega ad Affaritaliani una fonte, “invita alla massima prudenza e attenzione, dal momento che comunque si tratta di un soggetto privato e non pubblico”. Non mancano, infine, i dubbi circa la gestione operativa dell’App e, quindi, su come sarà organizzato il monitoraggio: sarà su base regionale? Sarà affidato direttamente alle Asl? Sono gli interrogativi che il Copasir si sta ponendo. Tra i componenti del Comitato non manca, inoltre, un certo scetticismo sulla tempistica: “L’applicazione avrebbe dovuto accompagnare la fase due e, quindi, viaggiare in parallelo con essa - conclude l’insider -. Il rischio che arrivi fuori tempo massimo, forse solo a fine maggio, è reale”.