Città metropoliana, Raggi nella nebbia
La Città Metropolitana di Roma diventerà di fatto il primo laboratorio politico d’Italia che rispecchierà il nuovo tripolarismo
Domenica si è votato per eleggere il Consiglio della Città metropolitana di Roma; il M5S ha ottenuto 9 seggi (35.500 voti), il Pd 8 (28.500) e il centrodestra 7 (27.000) con 1647 “elettori”. I grillini puntavano a 10 e in ogni caso non avranno la maggioranza pur avendo nella Raggi il “sindaco metropolitano” di diritto.
Questo significa che la Città Metropolitana di Roma diventerà di fatto il primo laboratorio politico d’Italia che rispecchierà il nuovo tripolarismo in cui ci siamo venuti a trovare provocando le condizioni per provare nuovi accordi politici anche inediti.
Ora occorrerà capire come si possano strutturare le alleanze tra i poli e nulla è scontato in quanto per “governare” il M5S avrà bisogno di altri voti.
Le possibilità sono tre e non alternative, nel senso che dipenderà di volta in volta dalle diverse tematiche su cui si deve costruire il consenso.
La prima è un’alleanza M5S – Centro –Destra che è la strada più plausibile in quanto è evidente la tensione di entrambi con il Pd. Occorrerà capire quanto di “destra” nei grillini al di là dei programmi e delle dichiarazioni. È evidente che il Centro – Destra ha votato per la Raggi al ballottaggio e su questa base alleanze anche strutturali sono sicuramente possibili considerando anche la vicinanza ideologica che la Raggi ha mostrato in alcune scelte come La Muraro e Marra.
La seconda possibilità è una alleanza dei Cinque Stellati con il Pd; invero si tratta di una ipotesi assai più ebole della precedente dato che in questo momento lo scontro è propri tra queste due forze politiche.
La terza possibilità è che ci sia una alleanza Pd Centro –Destra contro il M5S; questo significherebbe comunque un blocco delle poche attività amministrative ancora di competenza dell’ ex Provincia di Roma.
In questo senso Roma, ancora una volta, si propone come possibile campo di preparazione degli scenari nazionali.
Dal punto di vista politico non possiamo non notare che il voto di domenica segna comunque un rallentamento della dinamica espansiva che aveva visto la Raggi conquistare il Comune di Roma, pur avendo vinto, ma di poco.
E’ vero che votavano gli amministratori, sindaci e consiglieri comunali (un po’ come avverrà se resta l’Italicum per il Senato) e quindi si tratta di quelle che si chiamano elezioni di secondo livello comunque il dato è significativo visto che tre amministratori pentastellati del Comune di Nettuno (stranamente quello in cui c’è stata la manifestazione di Grillo e Di Battista e Di Maio…) non si sono presentati al voto.
Da segnalare che la sindaca Raggi si è recata al seggio con una felpa con il logo dei Cinque Stelle, un comportamento infantile e poco professionale che fa il paio di quando si presentò la prima volta in Consiglio comunale con il figlio; anche questo un segno evidente del progressivo degrado della politica e delle istituzioni.