Politica
Conte: "Siri innocente fino a prova contraria". Ma lo licenzia. Sei d'accordo?

Il Premier Conte proporrà la revoca della nomina di Sottosegretario al Senatore Armando Siri nel prossimo Consiglio dei Ministri
L’assassinio politico è compiuto, o quasi. Aspettavamo a rigor di logica questa presa di posizione del Premier Giuseppe Conte, fin troppo spesso tenero ed accomodante con chi lo ha proposto per l’incarico – il Movimento 5 Stelle – e riottoso ed arginante nei confronti dell’alleato di Governo, che pure l’ha sostenuto – la Lega di Matteo Salvini.
Il Premier fa un preambolo, definendo le norme che ha portato il Senatore e Sottosegretario di Stato Armando Siri in dote, non generali e non astratte, perché avrebbero avvantaggiato retroattivamente alcuni imprenditori che già operavano nel settore dell’eolico. È possibile dissentire con questa chiave di lettura, anzitutto perché “l’avvocato del popolo” sa molto bene, più dello scrivente, che da sempre le norme intervengono e sanano situazioni in essere, pregresse, e che ciò accade per tantissime ragioni, professioni, attività imprenditoriali, situazioni penali (pro reo) ed amministrative.
CONTE HA SBAGLIATO A "LICENZIARE" SIRI? CLICCA E DI' LA TUA NEL SONDAGGIO DI AFFARITALIANI.IT
Seguendo questa impostazione sarebbe immorale o perfino illecito predisporre atti che sanino, come l’Esecutivo ha fatto, la posizione degli infermieri diplomati, tanto per fare un esempio stringente ed attuale. La categoria ha giustamente sollecitato una norma ad hoc, altrimenti tanti che lavorano in forza di precedenti normative sarebbero licenziati e sbattuti fuori dal mestiere.
Altra anomalia nel discorso del Presidente Conte, sta nel volere superare il divario giustizialismo – garantismo, e tutti gli -ismi (ipse dixit), eppure il pressappochismo regna sovrano nel momento in cui propone la revoca della nomina di Sottosegretario per il Senatore Siri, che verrebbe espulso dal Governo senza nemmeno essere rinviato a giudizio. Qui siamo ben lungi dall’isteria dell’ingiusta Legge Severino, è stato pagato pegno al tam- tam mediatico ed al livore pentastellato nei confronti della Lega, che vola nei sondaggi e non si riesce a scalfire elettoralmente in vista delle Europee.
Prima della conferenza stampa di Conte tuttavia, era stato lo stesso Siri a prendere posizione: “Dal primo momento ho detto di voler essere immediatamente ascoltato dai magistrati per chiarire la mia posizione. (…) Sono innocente, ribadisco di avere sempre agito correttamente, nel rispetto della legge e delle Istituzioni, e di non avere nulla da nascondere. (…) Confido che una volta sentito dai magistrati la mia posizione possa essere archiviata in tempi brevi.
Qualora ciò non dovesse accadere, entro 15 giorni, sarò il primo a voler fare un passo indietro, rimettendo il mio mandato, non perché colpevole, bensì per profondo rispetto del ruolo che ricopro.”
Il redde rationem però era già sancito, così come lo strappo profondo a livello umano e di sensibilità giuridica, che s’è ormai consumato all’interno della maggioranza. Il problema non è un incarico od una poltrona, ma l’atteggiamento, il principio dell’innocenza vilipeso in nome e per conto di un interesse particolare, questo sì, chiaramente perseguito dai 5Stelle per una operazione fango sull’alleato, che potrebbe non solo non sortire effetti positivi sul consenso per i pentastellati, ma addirittura compromettere ancor di più il loro appeal.