Politica

Delrio contro Bonaccini: "Fine vita? Non possono esserci 20 leggi regionali"

di redazione politica

Il senatore del Pd si schiera con Zuppi e boccia l'iniziativa del governatore dell'Emilia Romagna, nonché presidente del suo partito

Fine vita, la decisione di Bonaccini criticata dai suoi. Delrio: "Scelta sbagliata"

Graziano Delrio si schiera sul fine vita appoggiando la linea della Chiesa espressa dal capo della Cei Zuppi e bocciando la decisione del governatore dell'Emilia Romagna ma anche suo compagno di partito Stefano Bonaccini, presidente del Pd. "Il cardinale - ha detto Delrio al Quotidiano Nazionale - ci ha detto che non esiste un diritto alla morte. E infatti nell’articolo 2 della proposta di legge Bazoli (Pd) viene detto che il nostro dovere è rafforzare il sistema sanitario nelle cure palliative. Il cardinale ci dice che la vita è intangibile, e io personalmente sono d’accordo. D’altronde la Consulta non apre all'eutanasia".

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"Regolare con leggi regionali questo tema - sostiene Delrio - non è una scelta adeguata. È come se avessimo una legge sull’aborto veneta e una siciliana. Così non si garantisce lo stesso diritto sul territorio nazionale. È un problema serio fare accelerazioni con leggi regionali una diversa dall’altra. Stiamo parlando di una legge che interviene sul codice penale, l’urgenza resta la legiferazione del parlamento. La priorità, la cosa su cui siamo chiamati a essere responsabili è la legge nazionale. Però nell’attesa, - prosegue Delrio al Quotidiano Nazionale - piuttosto che venti leggi regionali, è meglio istituire Comitati etici che nei singoli casi possano valutare tutte le condizioni, a partire dal fatto che ci siano cure palliative. Meglio una delibera che istituisce percorsi amministrativi in attesa di una legge. Anche se l’attesa va accorciata". Il riferimento è alla delibera dell'Emilia Romagna per permettere l'eutanasia, con un iter di tempo di soli 42 giorni dalla richiesta.