Elezioni più lontane? Ovvio, volano M5S-Lega e crollano Pd-Forza Italia
Ecco perché Renzi, Berlusconi e Mattarella non vogliono votare in tempi brevi
Perché Silvio Berlusconi afferma che non ha alcuna fretta di andare al voto? Perché anche il Partito Democratico, nonostante le parole di Renzi di domenica scorsa sul Mattarellum, rinvia la discussione sulla riforma sulla legge elettorale a dopo il pronunciamento della Consulta? C'è un motivo che lega le risposte a questi due interrogativi. Un motivo rigorosamente 'top secret', di quelli che ufficialmente nessun politico - almeno di Pd e Forza Italia - ammetterà mai.
I sondaggi riservati, quelli che non appaiono sui media ma che restano nelle segreterie dei partiti danno risultati "altamente preoccupanti". Ovviamente preoccupanti per Renzi, Berlusconi, il presidente Mattarella e le istituzioni europee. Il Movimento 5 Stelle, nonostante la tempesta sulla giunta capitolina di Virginia Raggi, viene dato nettamente come primo partito ben oltre il 30% mentre la Lega di Matteo Salvini sarebbe balzata dopo il No al referendum costituzionale oltre il 15% e, insieme a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, supererebbe addirittura il 20%. Il tutto con il Pd sotto il 30% e Forza Italia tornata al 10 (se non meno).
Altro che legge elettorale "omogenea", come ripete il Capo dello Stato, o crisi del sistema bancario, il vero motivo per cui i partiti principali hanno deciso di ritardare il più possibile il ritorno alle urne è l'avanzata fortissima delle due forze di opposizione al sistema. Un timore condiviso anche dal presidente della Repubblica, dall'Unione europea e dalla Banca Centrale Europea. Ed ecco che il governo Gentiloni, da esecutivo elettorale e a tempo, acquisisce sempre più i connotati di un'esperienza che potrebbe realmente durare fino al termine della legislatura, previsto nel 2018.