Politica
Governo, porta in faccia Dem a Di Maio. Il Pd smentisce e delude Repubblica
Dai renzianissimi Sandro Gozi, Matteo Richetti e Michele Anzaldi fino a Gianni Cuperlo è un coro di "no". Il Pd smentisce e delude Repubblica
Nessuna trattativa. Dopo l'appello di Luigi Di Maio, il Pd non lascia margini di speranza al candidato premier del M5S. Dai renzianissimi Sandro Gozi, Matteo Richetti e Michele Anzaldi fino a Gianni Cuperlo è un coro di no, nonostante Repubblica, giornale molto vicino ai Dem riferisca di un Matteo Renzi pronto a sedere al tavolo della trattativa con i cinquestelle (anche questo retrosceno smentito direttamente dall'ex segretario del Nazareno). "Non abbiamo cambiato idea ne' posizione, rispetto a M5S e consultazioni. Non esiste ne' si sta ragionando su alcuna svolta nella trattativa con i 5 Stelle a differenza di quanto riportato da La Repubblica oggi", dice il sottosegretario alle Politiche europee Sandro Gozi.
"La nostra posizione è e resta chiara. Indicheremo come fatto nel corso del primo giro di consultazioni le nostre priorità per il Paese e per l'Europa, senza trattative parallele. Questi sono i fatti, questa è la coerenza del Pd", conclude Gozi.
"Di Maio continua a dare la responsabilita' della sua incapacita' di trovare un accordo per il governo alla legge elettorale. L'ha gia' fatto, lo rifara' ogni volta che non sa che dire", è la stoccata invece di Ettore Rosato, vicepresidente della Camera in quota Pd. "Io mi limito a ricordare che si poteva far meglio- aggiunge-, ma i 5 Stelle in Parlamento hanno cercato solo il peggio. Hanno osteggiato e impedito le riforme costituzionali che prevedevano un sistema con una sola camera che desse la fiducia al governo (come in Germania o in Francia da lui citate) e si sono sempre battuti per una legge elettorale proporzionale pura, definendo antidemocratico il premio di maggioranza. Di certo e' che con la loro legge avrebbero avuto meno parlamentari di oggi".
"Di Maio - aggiunge - invece di girovagare per le alchimie della Prima Repubblica, in cui mi sembra si trovi particolarmente a suo agio- dice ancora-, quando ci chiede un incontro per fare insieme un governo, dovrebbe prima spiegare non a noi, ma ai suoi elettori, che forse le cose che diceva negli ultimi tempi e che Mattia Feltri ha riepilogato ieri su La Stampa non le pensava veramente...".
"Al momento non mi sembra ci siano possibilità per un governo M5S-Pd. Non vedo grandi elementi di novita'", nell'intervista di Luigi Di Maio dice invece Gianni Cuperlo della minoranza Pd che non ha mai risparmiato dure critiche alla gestione reziana del Pd. "Noi abbiamo assunto una posizione chiara, riconoscendo il successo delle forze che hanno ottenuto piu' voti - aggiunge Cuperlo - e l'abbiamo portata alle consultazioni".
"Io non sto rinnegando le nostre idee nè le critiche che in più momenti abbiamo espresso anche aspramente nei confronti del Pd, e che anche il Pd non ci ha risparmiato. A noi viene chiesto l'onere di dare un governo al Paese, ma tutti hanno il dovere di contribuire a risolvere i problemi della gente e di mostrare senso di responsabilità. Credo che ora il senso di responsabilità nei confronti del Paese ci obblighi tutti, nessuno escluso, a sotterrare l'ascia di guerra", è stato l'appello lanciato dal capo politico del M5S nell'intervista a Repubblica.
"Il governo - ha spiegato poi Di Maio - si fa per risolvere i problemi concreti della gente e abbiamo il dovere di provarci partendo dalla situazione uscita dalle urne: forze politiche distanti, ma che devono trovare una sintesi su temi cruciali, portando ognuna le proprie soluzioni e proposte. Con chi troveremo le convergenze maggiori, lavoreremo". Certo, restano distanze tra il M5S e il Pd o la Lega.
"Il punto non è questo - ha osservato il candidato premier M5s - ognuno porta le sue idee, il contratto si scrive insieme. Per questo ci sediamo intorno a un tavolo, per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro”. "Se rimaniamo ognuno sulle proprie posizioni non si va da nessuna parte", prosegue Di Maio, citando l'esempio della riforma della scuola: "Renzi stesso ha ammesso che la buona scuola non ha funzionato del tutto e doveva essere migliorata. Io credo che ci potranno essere molte più convergenze di quel che si crede".
Il leader M5s ha riferito di aver aver sentito il segretario reggente Maurizio Martina "in occasione dell'elezione del presidente della Camera" e di aver avuto "sempre un confronto franco": "Martina è una persona con cui si può parlare e spero che il Pd si sieda al tavolo". "Sediamo intorno a un tavolo - insiste Di Maio - per ragionare e trovare insieme una sintesi che serva a dare risposte e non a scontrarsi muro contro muro". Non si tratta, dice, di alleanze per "autoconservarsi e autotutelarsi", "stiamo proponendo invece di mettere al centro solo ed esclusivamente l'interesse dei cittadini.
Il contratto è una garanzia in questo senso: dentro ci mettiamo le cose da fare per le persone fuori dai palazzi, e non quelle dentro i palazzi. E quelle cose facciamo". Infine, il suo veto su Forza Italia: "Berlusconi rappresenta il passato. Poteva cambiare l'Italia e non lo ha fatto", osserva Di Maio e aggiunge: "Salvini sta scegliendo la restaurazione invece della rivoluzione. Il segretario della Lega in questo modo sta chiudendo tutto il centrodestra nell'angolo. E rischia di condannarsi all'irrilevanza".