Politica
Iva, bocciatura Ue e nuovi sacrifici
Di Armando Siri, responsabile economico di "Noi con Salvini"
Come previsto la Ue boccia il "reverse charge" sull'IVA introdotto da Renzi. Il Governo ha cercato di fare cassa sottraendo liquidità alle imprese, ma adesso questo artificio perverso subisce uno stop. Ora manca quasi un altro miliardo e l'aumento dell'IVA e delle accise sulla benzina contenute nelle clausole di salvaguardia si fa sempre più vicino.
Nel giro di pochi mesi la Legge di Stabilità renziana viene smontata pezzo per pezzo prima dalla Consulta, adesso dal pronunciamento della Commisione UE che come era immaginabile, ha bocciato il prestito forzoso che il Governo Renzi aveva imposto per legge alle aziende italiane con il "reverse charge" dell'IVA. Un sistema assurdo secondo il quale le aziende non avrebbero più potuto compensare l'IVA sugli acquisti con quella sulle vendite, ma avrebbero dovuto pagarla per poi chiedere il rimborso allo Stato. Un gioco di prestigio per far quadrare, apparentemente, i conti di un Paese in pericolosa stagnazione da anni.
Conti che continuano a perdere di consistenza e dimostrano tutta l'inadeguatezza di un Governo che non lavora su interventi strutturali con l'obiettivo di far ripartire consumi, produzione e occupazione, ma che tende a dissimulare la realtà solo per ottenere consenso elettorale. Intanto il Paese è sempre più malato e non bastano i palliativi che alleviano i sintomi del malessere per risollevarlo, ma occorrerebbe un intervento drastico sulle cause: ovvero far ripartire seriamente il credito alle imprese, diminuire un'eccessiva imposizione fiscale e una pesante burocrazia.
Se non si risolvono questi problemi strutturali Renzi potrà continuare con i suoi escamotage contabili, ma alla fine il risultato non potrà che essere quello di chiedere nuovi sacrifici a quella parte sempre più piccola di Paese che ancora dà segni di vita. Ma fino a quando?