Palazzi & potere

Conte: il "non interventismo" di Mattarella sul voto di sfiducia a Bonafede

Marco Antonellis

Conte, il "non interventismo" di Mattarella sul voto di sfiducia a Bonafede. I "consigli" del Colle sull'utilizzo dei Dpcm

Il Capo dello Stato segue con grande attenzione la vicenda delle mozioni di sfiducia presentate contro il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, anche se al momento non trapela preoccupazione e si ricorda che "il problema è squisitamente politico e nulla ha a che fare con questioni istituzionali". Insomma, se la vedano i partiti. Meglio non intervenire in una situazione che rientra a pieno titolo nelle dinamiche delle democrazie parlamentari. Il Quirinale vuole soprattutto evitare di essere tirato per la giacchetta ben cosciente però di cosa comporterebbe un'eventuale sfiducia nei confronti del Ministro della Giustizia Bonafede che è anche il capo della delegazione dei 5Stelle al governo. Anche in passato, ragionano al Colle, i Capi di Stato hanno sempre evitato di immischiarsi in vicende di questo tipo che riguardano squisitamente i rapporti interni alla maggioranza tanto più che nella fattispecie attuale è implicito il "riconoscimento politico" chiesto da Matteo Renzi (in queste ore sull'asse Palazzo Chigi-Italia Viva si discute molto di un possibile sottosegretariato per la ricostruzione da affidare ad un esponente di Italia Viva, ipotesi che però vede la ferma opposizione del Pd perchè "svuoterebbe" il ministero delle infrastrutture della De Micheli). Insomma, il Colle non segue direttamente la vicenda ma certamente si tiene pronto per qualsiasi evenienza soprattutto se dal voto dovessero scaturire "conseguenze" in merito all'attività del governo Conte. E ci sono novità anche sul fronte dei famigerati Dpcm: si potranno ancora fare ma solo per tematiche amministrative e non dovranno più incidere sulle limitazioni dei diritti individuali. In poche parole i Dpcm d'ora in poi si potranno usare solo per le regole attuative. Per il resto, in caso di urgenza e necessità si dovrà procedere con i normali decreti legge. Così vuole il Quirinale e "Giuseppi" non ha potuto fare altro che rispondere "obbedisco". "Ma non c'è nessuna volontà di commissariare Conte" spiegano ambienti del Colle. Si tratta semplicemente di leale collaborazione istituzionale tra i massimi vertici dello Stato.