Palazzi & potere

Italia sveglia! La Francia vuole Cibus, il cuore della Food Valley italiana

Il sindaco di Parma, l'ex M5s Federico Pizzarotti (poi scomunicato da Beppe Grillo), deve far cassa e quindi ha offerto al Crédit Agricole il 17% delle Fiere di Parma che, oltre a essere un fiore all'occhiello della città ducale, fa registrare un utile a fine anno di 7 milioni di euro. Le Fiere di Parma, scrive Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi, sono strategicamente importanti per l'agroalimentare italiano, perché, fra le altre manifestazioni fieristiche, ospitano anche Cibus, il famoso salone dell'agroalimentare, che rappresenta la migliore vetrina di questo settore produttivo nel mondo e che, non a caso, opera in una provincia (Parma) che è nota a tutti per i suoi grandi marchi della nutrizione come Barilla e Parmalat (quest'ultima è già passata in mano dei francesi) e per l'eccellente industria dei suoi salumi (culatello, prosciutto, coppa e salami) che sono al top in un paese che già eccelle in questo settore produttivo. Per non ricordare la sua industria casearia (il Parmigiano Reggiano) e delle conserve alimentari in genere e, in particolare, quelle del pomodoro nelle sue varie e sempre nobili declinazioni.

Come mai un'amministrazione comunale si libera di un cespite redditizio (in questa caso, le Fiere di Parma) per poter utilizzare il prezzo ottenuto per investirlo in un pozzo senza fondo, destinato a non essere mai colmato? Infatti i quasi 11 milioni che i francesi hanno dovuto pagare per ottenere il 17% delle Fiere di Parma sarà utilizzato dal sindaco Pizzarotti per rinsanguare il dolente aeroporto di Parma, una struttura cioè che boccheggia da quando è nato anche perché in Emilia, in poco più di 200 chilometri, ci sono ben quattro aeroporti: Parma, Bologna, Forlì e Rimini. Tutti, salvo Bologna, hanno l'acqua alla gola.

Si dirà, ma che cosa conta il 17%? In fondo, i nuovi soci francesi sono (per il momento) in iperminoranza. Questa è una domanda opportuna. Che però non tiene conto di due circostanze. La prima è che Cibus (prendo in esame, per semplificare, solo il Salone più significativo e importante delle Fiere di Parma), per poter tenere alto il suo prestigio, deve investire massicciamente nei prossimi anni. Deve infatti rafforzare sempre più la sua proiezione a livello internazionale. È quindi molto probabile che le Fiere di Parma abbiano al più presto bisogno di capitale nuovo che il Crédit Agicole potrebbe sottoscrivere senza fatica e che invece l'amministrazione comunale di Parma potrebbe non essere in grado di finanziare.

La seconda circostanza, continua Magnaschi, è che i francesi si muovono molto più abilmente degli italiani a livello di sistema. Hanno da tempo capito, per esempio, che la filiera agroalimentare italiana potrebbe essere a loro molto utile se venisse associata alla loro attività nello stesso settore. Italiani e francesi infatti eccellono entrambi in questo ambiente produttivo nel quale, ogni anno che passa, sono sempre più in concorrenza diretta, come dimostra per esempio anche il settore del vino al top, nel quale i produttori italiani sono stati capaci, in questi ultimi vent'anni, di colmare il vallo di qualità che un tempo li divideva dai grandi cru francesi.