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Palazzi & potere
Perché a Leonardo non serve un “Papa straniero”

Leonardo è una delle poche grandi realtà industriali rimaste all’Italia e senz’altro la prima nel campo delle tecnologie avanzate. Questo vuol dire che il suo contributo all’Italia non si misura solo in termini borsistici ma anche di contenuti tecnologici e di programmi industriali in settori tanto specifici da renderli poco intercambiabili con i servizi, sia pure su vasta scala o i beni di consumo, sia pure durevoli.

Nell’aerospazio, sicurezza e difesa, i programmi richiedono investimenti elevati che si recuperano solo sul medio-lungo termine, in parte perché la loro lunghissima vita garantisce altri contratti di aggiornamento, supporto e alla fine anche sostituzione. Arrivare all’appuntamento troppo tardi, e talvolta persino troppo presto, può far perdere opportunità irripetibili, come indicano le alterne sorti di alcuni recenti programmi italiani che stentano ad affermarsi nelle grandi gare internazionali, dalla Turchia alla Polonia, da Taiwan agli Stati Uniti. Gare diverse, nelle quali i fattori tecnici, economici e politici si mescolano in modo imprevedibile, ma che bisogna comunque saper navigare con esperienza.

In questo contesto, reso ancor più difficile dai venti del nazionalismo e del protezionismo, è più che mai necessario un vertice che passi dalla fase del risanamento a quella del rilancio. La pesante potatura dei rami secchi, compresi i trasporti, deve essere messa al servizio delle attività che Leonardo ha deciso di mantenere. Bisogna saper decidere con oculatezza dove investire, quali rischi assumersi, quali iniziative sostenere, dove essere leader e dove gregario.

Sono decisioni difficili, soprattutto in un settore tanto particolare. Più che generici principi di management, serve dunque un candidato che abbia la competenza specifica, la conoscenza delle capacità che ancora esistono in Leonardo, la capacità di lavorare in squadra dentro e fuori l’azienda.

Una volta accertato che dentro Leonardo questi manager esistono, e per accertarlo basta dire che sono sopravvissuti a una ristrutturazione che non ha guardato in faccia nessuno, non sarà necessario tifare per questo o quello, come fossero Coppi e Bartali. Sarà sufficiente la scelta sia coerente con l’interesse di Leonardo e dell’Italia.

 

Gen. Leonardo Tricarico

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