Palazzi & potere
Rai, la Lega vuole il Tg1: Sangiuliano in pole! Tutti i nomi
Rai, il retroscena di Dagospia
In viale Mazzini, scrive in un informatissimo retroscena Dagospia, ci si chiede come cambieranno gli equilibri interni dopo la vittoria "senza se e senza ma" del Capitano leghista Matteo Salvini alle elezioni europee di domenica scorsa. "Inutile pensare che tutto ciò non avrà riflessi nelle logiche interne dell'azienda", spiegano dal settimo piano: "da sempre la Rai è lo specchio del paese e lo sarà anche questa volta". Tanto che, proseguono le medesime fonti, già si ragiona sui futuri organigrammi come ad esempio quello, già Dagoanticipato in tempi non sospetti, di un possibile avvicendamento tra Gennaro Sangiuliano e Giuseppe Carboni alla guida dei rispettivi Tg con quest'ultimo "retrocesso" al Tg2 ed il primo "promosso" al Tg1 (ci sarebbe da tempo il via libera di Matteo Salvini all'operazione). Ma per il Tg1 (ormai a rischio sorpasso da parte del Tg5) c'è anche un'altra carta che il nuovo assetto Rai potrebbe giocare ed è quella di Fabrizio Ferragni, gradito a Foa e da pochi giorni sostituito alla guida dei rapporti istituzionali per volontà dell'Ad Salini. Salini che in questa fase appare sempre più debole e nel mirino del carroccio tanto che a viale Mazzini imperversano i rumors che lo vorrebbero presto o tardi sostituito da Marcello Ciannamea.
E potrebbero esserci problemi anche per il definitivo via libera al nuovo piano industriale: non ha ancora ricevuto l'ok da parte del Mise, il Ministero di Di Maio, ed è fermo in Vigilanza per il parere consultivo. Una vigilanza che in quanto organismo parlamentare non potrà non risentire dei nuovi equilibri politici. Ci vorranno ancora mesi prima che potrà esprimere il parere (elezioni anticipate permettendo) dovendo ancora fare numerose audizioni in merito (Usigrai, Fnsi, Mise, Mef, Ordine dei Giornalisti e così via).
Ma in casa Rai, continua ancora Dagospia, in queste ultime ore gli analisti del marketing stanno facendo anche i conti con i risultati relativi all'audience dei programmi elettorali: c'è soddisfazione per gli ottimi risultati di Bruno Vespa su Rai Uno mentre c'è delusione per i bassi ascolti degli speciali elettorali di Tg2 e Tg3, letteralmente surclassati da Enrichetto Mentana su La7 che si è piazzato secondo assoluto mandando Ko la Rai2 di Freccero e la Rai3 di Coletta.