Politica

Patto di Stabilità, Mes, Parigi-Berlino... Ecco il piano europeo di Meloni

Di Alberto Maggi

Intervista a tutto campo a Carlo Fidanza, Capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo

A proposito, sul MES cosa farà il governo Meloni?

"Intanto il governo ha già detto che in ogni caso non ne farà uso. Ma, mostrando un’ambizione e una lungimiranza rare per la politica italiana, Meloni ha posto correttamente il tema della finalità del MES perché questo strumento, così com’è, rischia di rivelarsi inutile a fronteggiare una eventuale tempesta sul debito. Deve essere trasformato in uno strumento a sostegno della crescita e degli investimenti virtuosi, a maggior ragione in questa fase in cui gli USA e la Cina stanno fortemente sussidiando le loro imprese e noi non sappiamo come fare. Chi spinge l’Italia verso il “prendere o lasciare” dovrebbe comprendere che ora c’è a Roma un governo politico, eletto dal popolo sulla base di un programma, che intende far valere tutte le ragioni del nostro interesse nazionale".

La sensazione è che, con l’avvicinarsi delle elezioni europee, si stringa la morsa di Francia e Germania contro l’Italia. Lo vediamo sulle regole finanziarie da parte di Berlino e sui migranti da parte di Parigi. Sensazione sbagliata? 

"No, ci può essere la tentazione da parte di alcuni di moltiplicare le occasioni di differenziazione nei confronti dell’Italia per ragioni elettorali o di dibattito politico interno. Le parole del ministro francese Darmanin vanno in questa direzione e rappresentano un episodio grave al quale la Francia deve rimediare con pubbliche scuse. Non accettiamo lezioni da nessuno, soprattutto dalla Francia e soprattutto sui migranti, tema su cui Giorgia Meloni si sta facendo in quattro supplendo alla proverbiale assenza dell’Unione europea a partire dalle politiche di cooperazione in territorio africano. Le missioni e gli incontri in Libia, Algeria, Etiopia stanno a significare proprio questo: in attesa che l’Ue trasformi in fatti gli impegni scritti - oggettivamente significativi rispetto al passato - l’Italia lavora ad un proprio piano per ridurre le partenze, interloquendo a 360 gradi con tutti gli attori più importanti del nord Africa".