Politica

"Pd, Letta dura poco. Draghi, niente Quirinale. Giorgetti premier nel 2023"

Di Alberto Maggi

Governo, Pd, M5S, Letta, Conte, Draghi, Quirinale, Salvini, Meloni... Intervista di Affaritaliani.it a Luigi Bisignani

In pochi giorni Enrico Letta ha cambiato segreteria, vicesegretari e capigruppo del Pd. Stupito dal suo attivismo come nuovo leader del Pd?
"Non mi ha stupito affatto. Letta è mosso da una grande voglia di rivalsa personale con un disegno politico miope. Quando afferma che vuol far rivivere i circoli dovrebbe sapere che ormai, in quei circoli di cui parla, ci sono al massimo quattro persone che giocano a Briscola. Nessuno paga più gli affitti e ci vorrebbe uno Sposetti che li rianima. Ma non c'è".

Insomma, bocciato...
"Vorrei anche sapere che cosa pensa dell'assalto economico-finanziario degli ultimi anni dei francesi nei confronti delle aziende italiane, visto che ha vissuto a lungo a Parigi. Un assalto ben più forte di quello dei cinesi e dei tedeschi".

Letta ha appena incontrato Giuseppe Conte. Chi dei due sarà il candidato premier per il Centrosinistra alle prossime elezioni politiche?
"Nessuno dei due arriverò a fare il candidato premier. Conte sarà costretto a inseguire continuamente i tanti, tantissimi, casini che ci sono nel M5S mentre Letta avrà una vita politica complicatissima nel Pd".

Quindi Letta dura poco come segretario?
"Sicuramente sì, dura poco".

Poi una donna? E chi?
"Roberta Pinotti è quella che mi piace di più e che vedrei molto bene".

Passiamo al Centrodestra, tra Salvini e Meloni è gelo. Faranno pace o si divideranno definitivamente?
"Dovranno per forza trovare un accordo per salvare il Quirinale, ovvero l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Quindi nonostante le fisiologiche divisioni di oggi tra Lega e Fratelli d'Italia, alla fine troveranno l'intesa. Con un centro più forte di quello di oggi, che non vuol dire solo Berlusconi e Forza Italia".

Draghi al Colle?
"No, ha ormai capito che al Quirinale non ci andrà. Come sempre chi entra Papa esce cardinale. Al Quirinale andrà, come spesso accade, una figura di secondo piano".

Una donna?
"Sarebbe bello ma non credo. Sicuramente non una star di cui si parla, quindi né Draghi né Franceschini, né Conte. Uno che potrebbe funzionare, per provare a fare un nome, è Cesare Mirabelli, presidente della Corte Costituzionale dal 23 febbraio al 21 novembre 2000. Un garantista, un giurista, un uomo che abbia un grande rispetto per le istituzioni. Poi, e non lo dico per amicizia personale ma per convinzione, il migliore di tutti sarebbe Gianni Letta, gradito anche al Pd e di grande esperienza politica e istituzionale".

Chi sarà il premier nel 2023 dopo le prossime elezioni politiche?
"Oggi come oggi direi Giorgetti. In pole position c'è lui. Anche se molto dipenderà da come gestisce il Mise, con il rapporto difficile con i ministri Colao e Cingolani. Ci sono due o tre dossier, tra i quali la rete unica, che sono molto difficili da gestire. Draghi oggi è il miglior premier possibile, poi vedremo come va la campagna di vaccinazioni e se arrivano i soldi del Recovery. Allo stesso modo, oggi, Giorgetti è sicuramente in cima per fare il premier nel 2023, ma molta acqua deve ancora passare sotto i ponti".