Politica
Renzi ha spazzato gli eredi del vecchio Pci
Di Carlo Patrignani
Tu quoque Brute fili mi! Sì, sì, proprio Matteo Renzi il miglior prodotto del promettente vivaio piddino ha inferto il colpo mortale agli eredi compassati del vecchio Pci. Proprio il miglior prodotto di quella cara ditta che, da tanta parte del rosso orizzonte di liberazione dell'uomo, il socialismo che pervicamente escluso, si permette con tanta sicumera di assestare il colpo di grazia all'amalgama mal riuscito per fare il partito della nazione.
E chi in fondo è causa del suo male non ha che da piangere se stesso e magari se gli riesce di scusarsi con il comandante Leone delle Brigate Rosselli, con quel gran signore che risponde al nome di Bruno Trentin: vorrei morire socialista. Meglio guardare ad una Federazione piuttosto che ad un indefinito, immaginario Partito Democratico.
Pacatamente, i finti ribelli nipotini della doppiezza togliattiana, sia di bella Speranza che dal volto D'Attore, dovrebbero riconoscere, rimembrando i convulsi natali in casa Cuperlo o la falsa kermesse livornese in salsa Civati, dovrebbero bersianamente riconoscere di essersi messi fuori gioco da soli: Renzi il viola ha giocato con loro come il gatto con il topo.
Inutile urlare, appellandosi alla Costituzione più bella del mondo che dal primo gennaio 1948 fa acqua da tutte o quasi le parti, alla dittatura imminente del miglior prodotto del vivaio piddino che senza colpo ferire aveva già messo al bando la bobbiana distinzione tra destra e sinistra in nome dell'innovazione e della modernità e senza nessuna titubanza inserito il Pd nel Pse.
Agli eredi del vecchio Pci, ai nipotini della doppiezza togliattiana, non resta che stringere la mano alla felpa rossa metalmeccanica e riabbracciare i resti della bertinottiana Rifondazione comunista, per l'ultimo giro giro girotondo attorno al mondo, poi...tutti giù per terra continuando a recitare il rosario di quanto era forte il Pci quando c'era lui, il Migliore, che arrivato da Mosca dopo aver svoltato a Salerno con il Maresciallo fascista Badoglio, mise a segno in pochissimi giorni l'art.7 di pacificazione religiosa della Costituzione e il colpo di spugna sui crimini fascisti con l'amnistia di pacificazione nazionale, sotto l'attenta regia del Vaticano e l'assistenza del compare De Gasperi.
Di cosa si lagnano i nipotini della doppiezza di Togliatti che brindò con i miglioristi Re Giorgio e Em.ma alla gita fuori porta dei tanks sovietici a Budapest prima e poi a Praga? Semmai stupisce, colpisce che, a distanza di qualche anno, nelle loro fila militi l'ineffabile Epifani, il Guglielmino intellettuale di provenienza, si racconta, giolittiana, dall'integerrimo economista Antonio Giolitti che non partecipò alla gita fuori porta a Budapest e Praga.
Insomma, il pestifero Matteo, abilissimo giocoliere come lo sono i gesuiti, li ha messi tutti, nessuno escluso, nel sacco. Vincerà la partita dell'Italicum e del partito della nazione? Risposta facile, facilissima, sì per mancanza di avversari credibili e validi...E non resta che fare come i compagni della rossa Emilia patria delle potentissime Cooperative dispensatrici di tangenti e libri altamente istruttivi della felpa rossa, i quali non solo non hanno votato Pd ma neanche Sel: si sono astenuti in massa, un modo per dire che nel loro cuore c'è più Gramsci che Togliatti, più Trentin che Landini o Bertinotti, più Giolitti che Vendola!