Politica

Ddl Boschi, 513.450 emendamenti. Cresce il fronte del Senato elettivo

Il cammino del ddl Boschi sulle riforme è destinato ad essere impervio. Almeno a giudicare dall'enorme mole di emendamenti presentata in Senato nelle ultime ore: un fronte ampio ed eterogeneo che mira ad un'unico fine, quello di arrivare al Senato elettivo. Sale a 513.450 mila il numero degli emendamenti presentati in commissione Affari costituzionali del Senato al ddl Boschi. Ad aggiornare il dato e' lo stesso Senato: gli emendamenti, dunque, aumentano di una unita'. A detenere il record della mole piu' numerosa di richieste di modifica e' la Lega, seguita da Forza Italia e poi Sel. Nello specifico, ecco la ripartizione per singolo gruppo: Lega nord: 510.293. Forza Italia: 1.075. Sel: 1.043. Misto componente Fare: 259. Gal: 215. M5S: 194. Riformisti italiani: 124. Movimento x: 75: Pd: 63. Gruppo Autonomie: 45. Misto: 30. Misto componente l'Altra Europa con Tsipras: 20. Area popolare: 11. Ala 3.
 
Ma gli emendamenti su cui sono puntati i riflettori sono quelli della minoranza dem, che ne ha presentati 17, tra i quali ci sono richieste di modifica all'articolo 2 sulla composizione ed elezione del Senato, di modifica delle funzioni del futuro Senato e sull'elezione del presidente della Repubblica. Sono invece 31 gli emendamenti presentati da singoli senatori del Pd, non espressione della minoranza dem, che però non riguardano modifiche sostanziali dell'impostazione attuale del testo del ddl. "Il Senato della Repubblica è eletto dai cittadini su base regionale, garantendo la parità di genere, in concomitanza con la elezione dei Consigli regionali" si legge nel testo di una delle tre proposte di modifica della minoranza dem.

Una possibile intesa trasversale sul ripristino del Senato eletto direttamente dai cittadini puo' contare su una base iniziale di almeno 141 senatori. Sommando, infatti, ai 28 della minoranza Pd - che hanno presentato emendamenti al ddl Boschi per modificare l'articolo 2 relativo all'elezione del Senato - i numeri degli altri gruppi o componenti interne ai gruppi che sono a favore del Senato eletto direttamente dai cittadini, si arriva a toccare quota 141. Sono 28 i senatori della minoranza Pd, a cui si possono aggiungere i 12 senatori del gruppo delle Autonomie - che fanno parte della maggioranza - come rileva Vannino Chiti. A questi, si potrebbero aggiungere i 7 senatori di Sel, i 36 del Movimento 5 Stelle, i 45 senatori di Forza Italia, 12 senatori della Lega , piu' il voto di Vincenzo D'Anna - del gruppo dei verdiniani ma da sempre contrario al testo del ddl Boschi - che ha presentato emendamenti a favore del Senato elettivo
 
Nel dibattito sulle riforme interviene il vicesegretario dem Debora Serracchiani: "Siamo impegnati su un cammino di riforme talmente importante che se le altre forze politiche vorranno discutere saremo sempre disponibili. Se vorranno, parteciperanno. Non è un patto del Nazareno ma un impegno a coinvolgere tutte le forze in Parlamento", ha affermato il governatore del Friuli. Un chiaro richiamo alla possibilità di una nuova trattativa sulle riforme con Forza Italia, come riportato oggi su Repubblica, anche se Serracchiani ha escluso un Nazareno 2.0 parlando invece di "un impegno e una responsabilità di fronte al Paese e a tutte le forze politiche".
 
Un concetto ribadito anche dall'altro segretario dem, Lorenzo Guerini, che ha sottolineato: "Paletti molto chiari definiscono la procedura di riforma costituzionale. Siamo sempre disponibili a confrontarci e portare miglioramenti al testo ma diciamo che sono possibili cambiamenti purchè non riportino al punto zero il cammino della riforma. Speriamo vi sia la responsabilità di tutti le forze politiche per arrivare alla fine di questo percorso".
 
Il confronto tra il Pd e le altre forze politiche appare necessario alla luce del sempre più agguerrito fronte dei ribelli dem pronti a far naufragare la riforma costituzionale che da settembre andrà in discussione al Senato. Ieri infatti i dissidenti hanno presentato diversi emendamenti volti a reintrodurre l'elettività del Senato, un ribaltamento dei principi della riforma approvata in prima lettura a marzo.
 
Le riforme saranno al centro anche alla festa nazionale dell'Unità, che si svolgerà a Milano dal 25 agosto al 6 settembre, dove saranno presenti tutti i ministri del governo e le forze dell'opposizione "perchè la festa è dedicata alle riforme e vogliamo che si sviluppi un dibattito ampio", ha spiegato  Serracchiani. Oggi alle 15 si svolgerà la direzione del Partito in si parlerà anche di politiche per il sud e di Rai, dopo l'elezione del Cda e la nomina l'altro ieri di Monica Maggioni alla presidenza.
 
Il tema delle riforme è anche uno degli argomenti della tradizionale lettera di saluto prima delle ferie del capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda: "Sulle senatrici e i senatori del Partito democratico pesa una parte molto consistente della responsabilità di tenuta di questa difficile e critica legislatura. Senza il vostro lavoro in commissione e in aula, non saremmo mai potuti arrivare all'approvazione di tanti e importanti provvedimenti". Poi Zanda chiede ai senatori, anche in vista dell'esame dell ddl Boschi sulle riforme, di "mantenere un forte impegno di collegialità" e a "fare ogni sforzo possibile affinchè i temi più spinosi vengano affrontati e risolti in commissione. Abbiamo capito che trattare direttamente in aula i nodi politicamente più delicati produce, fatalmente, disordine politico, confusione tra maggioranza e opposizione e, per di più, nessun risultato nel merito".