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Senato, i centristi adesso tentennano. I numeri pro Conte cambiano in peggio

Pressing sugli uomini di Renzi e di Berlusconi, ma alcuni possibili sì si sono trasformati in no. Binetti (Udc): "Per ora niente sostegno"

Senato, i centristi adesso tentennano. I numeri pro Conte cambiano in peggio

Giuseppe Conte, dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta alla Camera e strappato la fiducia, adesso è chiamato ad affrontare la prova decisiva per il governo, la sfida in Senato. Qui la partita è molto più complicata e sarà questione di pochi voti, già esclusa la possibilità che il premier possa ottenere una maggioranza assoluta, lontana la stima di 161. Le cifre più accreditate - si legge sul Corriere della Sera - davano la maggioranza in una forbice che oscilla tra 152 e 159 voti. Sopra i 155, dicevano fonti della maggioranza, sarebbe una vittoria. Diversi senatori ieri erano ancora indecisi, sottoposti a pressioni convergenti per evitare che la prova di forza al Senato si risolva in un bagno di sangue per il governo.

Non ci sarebbe un pericolo immediato, perché è vero che la soglia dei 161 è quasi irraggiungibile, ma è vero che per ora non è necessaria. Per consolidare il governo - prosegue il Corriere - occorrerà aspettare qualche settimana per il rimpasto atteso (i due posti da ministro e da sottosegretario lasciati da Italia viva). Alla base di partenza si dovrebbero aggiungere alcuni senatori a vita: Liliana Segre, Elena Cattaneo e Mario Monti e quasi sicuramente anche Carlo Rubbia. Non sarà della partita, invece, Paola Binetti, che pure sembrava essere stata convinta. In realtà in questo primo voto non si è forzata la mano sui centristi, che potrebbero però subentrare in un secondo momento.