Pillole d'Europa
PROGETTI PER AUDIOLESI, AIUTI AI ROM, PREMI PER LA CULTURA, BORSE ESASO
PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI
In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com
Domanda: ci sono progetti europei per chi ha problemi di udito? Mirella Cuspide
Risposta: sì. Ci sono progetti nell’ambito della sordità che contribuiscono all’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva. In particolare si intende supportare quelle iniziative progettuali capaci di mettere al centro la persona con disabilità uditiva realizzando i principi della Convenzione ONU dei diritti delle persone. Tra le associazioni è molto attiva AEVO, di cui è presidente Loredana Lechiancole Vergani e responsabile del fundraising Paola Neri, che di recente il 18 dicembre ha organizzato una serata di beneficenza a Milano. L’Associazione Ascolta e Vivi, attiva dal 1999, è costituita da professionisti del settore audiologico: otorinolaringoiatri, audiometristi, audioprotesisti e logopedisti. Aiuta le persone con problemi di udito, in particolare bambini, nei paesi del Sud del mondo, realizza progetti territoriali quali un progetto nel Congo in collaborazione con l'ospedale comboniano Anoalite; organizza la formazione di operatori sanitari e tecnici locali. Attraverso progetti specifici e missioni umanitarie sviluppate su più anni lavora in affiancamento a realtà ospedaliere e scolastiche. Ci sono poi progetti nazionali come il progetto MAPS che implica la mappatura di musei e luoghi d'arte in Italia che offrono servizi di accessibilità per le persone sorde, realizzato dall'ENS in collaborazione con la DG Musei del MiBACT, con il patrocinio ICOM. Le persone audiolese hanno un’organizzazione nazionale in molti paesi e un organismo internazionale, la International Federation of the Hard of Hearing (IFHOH). Vi è cooperazione tra le organizzazioni degli audiolesi e le organizzazioni delle persone sorde, a tutti i livelli, dalla Federazione Mondiale dei Sordi fino alle organizzazioni di base. In Europa vi sono tante lingue dei segni quante sono le lingue orali. Istituzioni particolarmente importanti per la crescita e lo sviluppo della cultura dei sordi sono state la rete di istituti e i numerosi club di sordi disseminati in Europa.Anche le organizzazioni sportive, politiche e religiose di sordi hanno svolto e continuano a svolgere un ruolo significativo nella vita sociale e culturale delle persone sorde. Il 90 per cento delle persone sorde è nato da una famiglia di udenti e il 90 per cento delle coppie di sordi ha figli udenti. Nella risoluzione del 17 giugno 1988 il Parlamento europeo ha riconosciuto la lingua dei segni come una lingua utilizzata dai sordi e il diritto delle persone sorde ad utilizzare la lingua dei segni. La risoluzione enumera una serie di provvedimenti volti a promuovere l’uso delle lingue dei segni ed esorta gli Stati membri, la Commissione europea e gli enti di diffusione televisiva affinché provvedano in questo senso. L’Unione europea dei Sordi (EUD) è stata fondata nel 1985 con il nome di ECRS (European Community Regional Secretariat of the World Federation of the Deaf) ed è un’organizzazione europea non governativa senza scopo di lucro. L’EUD è la sola organizzazione che rappresenta al livello dell’Unione europea gli interessi degli europei sordi. I programmi UE come il TIDE, programma quadro di telematica e R&ST riconoscono l’importanza della telematica come strumento atto a migliorare la situazione delle persone disabili e delle persone sorde in particolare. Trai progetti europei si segnala “SignBase”, che ha permesso di produrre dei CD-Rom interattivi che facilitano l’apprendimento della lingua dei segni. Diversi membri dell’EUD hanno beneficiato dei fondi forniti da HORIZON, un’iniziativa dell’Unione Europea volta a promuovere l’integrazione delle persone disabili o svantaggiate nel mercato del lavoro, per collaborare a svariati progetti di formazione. Ci sono stati diversi progetti congiunti nell’ambito dei programmi europei Phare e Tacis, concepiti per assistere le ong dell’Unione europea a cooperare con le loro omologhe dell’Europa centrale e orientale per favorire l’integrazione socio-economica dei gruppi esclusi, quali le donne sorde nel mondo del lavoro. I’EUD ha preso parte attivamente alla costituzione dell’European Disability Forum (EDF). L’EUD partecipa alla segreteria del gruppo Disabilità del Parlamento europeo (intergruppo Disabilità, comune a tutti i partiti).Il pacchetto di investimenti Global Gateway Africa-Europa mira ad assicurare sostegno all'Africa a favore di una ripresa e di una trasformazione forti, inclusive, verdi e digitali e cofinanzia anche progetti di formazione e di inclusione per audiolesi, prevede 150 miliardi di euro di investimento.
Domanda: ci sono opportunità europee per giovani oculisti? Mario Butteri
Risposta: si segnala l’associazione oculisti ambulatoriali GOAL che fa diversi progetti di rilievo europei ed internazionali. Inoltre il dott. Danilo Mazzacane, segretario generale di Goal ha partecipato al recente 77° Convegno della Società Oftalmologica Lombarda che si è svolto a Milano il 16 e il 17 dicembre, focalizzato sull’aggiornamento professionale degli oftalmologi. Nel recente congresso è stata presentata una collaborazione continuativa di SOL con ESASO - European School for Advansed Study in Ophthalmology – di Lugano – Svizzera, mediante la quale saranno elargite dieci borse di studio annuali per giovani oculisti/e lombardi/e specializzati/e che verranno adeguatamente selezionati e ai quali, presso la sede di Lugano verrà erogata una formazione teorico-pratica di livello internazionale. Un corso intensivo, comprensivo di wet lab di altissimo livello in lingua inglese. Tale formazione va a completare quella delle scuole di specialità presenti in Lombardia. ESASO già collabora con GOAL. Le segnalo anche l’European Leadership Development Programme for Ophthalmologists, organizzato dall’European Society of Ophthalmology.
Domanda: i Rom in Unione europea sono discriminati? Lucia Fuscetta
Risposta: no, hanno agevolazioni e programmi ad hoc europei per la loro integrazione. C’è un recente studio su Lancet in cui si evidenzia che però i rom sono il più grande gruppo etnico minoritario d'Europa e subiscono continue discriminazioni nell'assistenza sanitaria. Dei Rom 10-12 milioni vivono nel continente, 6 milioni nell'Unione Europea. C’è il programma europeo ROMACT che ha mobilitato oltre 140 milioni di euro per finanziare più di 120 progetti diversi in Bulgaria e in Romania. La Commissione europea ha varato una Strategia per i rom, un programma d'azione per i rom, diversi programmi di sostegno ai rom e fondi di aiuto ai rom in tutti gli Stati dell’Unione europea. Ogni due anni la Commissione europea pubblica relazioni periodiche di monitoraggio della situazione dei Rom e, a partire dal 2023, con cadenza biennale, gli Stati membri dell’Unione europea riferiranno sull'attuazione dei quadri strategici nazionali per i rom, comprese le misure volte a promuovere l'uguaglianza, l'inclusione e la partecipazione e utilizzando l'insieme degli indicatori europei. Si precisa che il termine generico Rom comprende diversi gruppi, tra cui Rom, Sinti, Kale, Romanichels, Egiziani, Yenish e Abdal, nonché popolazioni nomadi, secondo la Commissione europea. In media, i Rom vivono 10 anni in meno rispetto alle popolazioni non Rom in Europa (64 anni contro 74 anni).
Domanda: ci sono premi europei per il settore creativo? Paolo Spina
Risposta: sì. Ci sono ad esempio gli European Heritage Awards che la Commissione Europea elargisce dal 2002. I premi sono supportati dal programma Europa Creativa dell'Unione Europea e promuovono gli standard più elevati negli interventi sul patrimonio, nella ricerca e nell'istruzione, nella formazione e nella sensibilizzazione, nonché la dedizione di lunga data di professionisti e volontari. I vincitori degli European Heritage Awards entrano a far parte di una rete paneuropea, che promuove la condivisione delle conoscenze e gli scambi transfrontalieri, la creazione di reti e opportunità professionali in tutta Europa; un maggiore afflusso ai siti del patrimonio che gestiscono. I premi incoraggiano progetti successivi e ulteriori finanziamenti, facilitando la partecipazione a progetti finanziati dall'UE e a conferenze di alto livello, la ricezione di altri premi e riconoscimenti e l'eventuale inserimento nell'elenco dei siti del patrimonio mondiale dell'UNESCO. Il Programma che finanzia i premi, Europa creativa, sostiene i settori culturali e creativi, consentendo loro di aumentare il loro contributo alla società, all'economia e alla vita in Europa. Con un budget di 2,4 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, sostiene organizzazioni nei settori del patrimonio, delle arti dello spettacolo, delle belle arti, delle arti interdisciplinari, dell'editoria, del cinema, della televisione, della musica e dei videogiochi, oltre a decine di migliaia di artisti e professionisti della cultura e dell'audiovisivo. Nell’ambito del programma Europa Creativa ci sono fondi anche per il supporto a progetti di traduzione letteraria, con lo scopo di promuovere e salvaguardare la diversità culturale e linguistica europea e il patrimonio culturale europeo, e rafforzare la competitività dei settori culturali e creativi. Possono beneficiare dei fondi editori, case editrici o organizzazioni attivi da almeno due anni nel settore editoriale, compresi liberi professionisti, che siano stabiliti in uno degli Stati ammissibili al Sottoprogramma Cultura di Europa Creativa.