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Cessione Milan, i cinesi vanno dopo ferragosto. E Berlusconi...

Milan fermo: sia nella cessione del club ai cinesi di Galatioto e Gancikoff, che negli acquisti

La firma del preliminare per la cessione del Milan slitta di nuovo. Dal 15 giugno le settimane sono passate con rinvii e nuovi rinvii. Sembrava che il 31 luglio fosse l'ultima deadline, invece si è passati ai primi di agosto e ora a dopo Ferragosto. Forse il 16.  Il motivo è sempre legati ai dettagli di una trattativa complessa, in cui inizialmente si parlava del 70%, poi dell'80% e ora del 100%. Ma alle parole non sono seguiti i fatti. In tutto questo la cordata cinese lavora per risolvere alcuni problemi burocratici relativi al movimento di capitale.

Berlusconi avrebbe confermato alla delegazione degli ultras (che hanno manifestato venerdì davanti a Villa San Martino) la sua decisione di vendere il Milan, ma ha anche sottolineato che dipende dalle intenzioni della cordata cinese guidata da Sonny Wu.

Galatioto e Gancikoff trattano, mentre il mercato del Milan resta fermo: nulla dopo gli arrivi di Vangioni e Lapadula. Si attendono almeno un difensore (da Musacchio in prestito con diritto di riscatto ad Arbeloa a paramatro che sarebbe però stato bloccato dai possibili nuovi proprietari, sino a Caceres), un centrocampista (Zielinski dell'Udinese) e un attaccante (Zaza, anche se Montella vorrebbe anche un esterno offensivo). Servirà una cessione (Bacca - se non due - De Sciglio) per finanziare il mercato.