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"Il VAR uccide il calcio": il 95% dei tifosi in fuga a causa della tecnologia
I tempi troppo lunghi per la conferma dei gol segnati e delle decisioni dell'arbitro stanno facendo scappare i fans inglesi
Il fatto che il calcio sia soprattutto un enorme business è ormai chiaro a tutti, già da molto prima che il progetto della Superlega si abbattesse come un fulmine sull’Europa del pallone. Ma questo business sta anche denotando evidenti segnali di difficoltà e non solo per via del Covid-19, uno choc ancora più forte non solo per questa industria, ma per tutta l’economia mondiale.
Un’ulteriore conferma dei problemi del calcio arriva dall’Inghilterra, grazie ad un sondaggio commissionato dalla FSA, associazione di tifosi, e condotto su oltre 33.000 appassionati.
Il risultato è preoccupante: a causa dell’introduzione del VAR (Virtual Assistant Referee, una sorta di moviola in campo) addirittura il 40% dei tifosi smetterà di seguire le partite in diretta!
L’introduzione della tecnologia era stata pensata per aiutare gli arbitri a commettere meno errori, svelenendo il calcio dalle polemiche e proteggendo gli investimenti dei proprietari dei club, che non potevano essere messi a rischio da un rigore inesistente o da una chiamata errata su un fuorigioco o su un tackle meritevole di cartellino.
Nella Premier League il VAR è entrato in vigore nel 2019, due anni dopo la Serie A italiana, ma ha già stufato i tifosi: il 95% di chi ha assistito a pause per il “check” allo stadio e il 94% di chi invece le ha viste in televisione ha detto che questi tempi morti rendono meno piacevole seguire il calcio.
Persino l’esultanza per i gol segnati, che rappresenta l’apice del trionfo calcistico, viene messa a rischio dalla sospensione per i controlli al VAR: il 91% dei tifosi allo stadio e l’86% dei telespettatori considerano troppi lunghi i tempi necessari per confermare o meno una rete appena segnata!
In generale, il 95% dei tifosi intervistati ritiene dannosa l’impossibilità di esultare subito dopo l’ingresso del pallone in rete, con la sentenza del VAR che pende sulla testa di giocatori e fans come una spada di Damocle.