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Cronache
Gli americani fanno esplodere il Nord Stream, ma chissenefrega? C'è Sanremo!

L'inchiesta di Hersh punta il dito sulla Casa Bianca, ma qui discutiamo di Benigni e Ferragni

L’inutilità di noi giuristi è manifesta: non siamo forse sofisti del nulla, cavillosi azzeccagarbugli? Viviamo un presente che improvvisamente è divenuto distopico e abbiamo nostalgia delle utopie del XX° Secolo, nate dopo le due guerre mondiali nelle menti di uomini che scrivevano le regole di un nuovo ordine mondiale illudendosi che nel futuro l’umanità avrebbe “ripudiato la guerra come strumento di risoluzione delle controversie”.

Poi, dall’oggi al domani, nello spazio di soli tre anni, un Presidente degli Stati Uniti autorizza un atto di terrorismo internazionale e nessuno scrive una riga per stigmatizzare il ritorno alla legge del più forte, alla barbarie, all’uso dell’esplosivo e delle armi.

E’ tutto legittimo, perfettamente giustificabile perché nell’interesse della collettività.

Ma allora, la sovranità delle Nazioni che dà il diritto a noi europei (e ai tedeschi in primis) di comprare il gas da chi ci pare, tutte le nostre Convenzioni, Costituzioni, leggi e regolamenti sono soltanto enunciazioni di principio?

Il sovrano Joe Biden ha il diritto di fare esplodere tutte le nostre fragili costruzioni giuridiche e a noi, che abbiamo dedicato un’intera vita alla tutela della legalità democratica, non resta che prendere atto che siamo dei sudditi alla mercè del sovrano.

La consapevolezza è dolorosa ma necessaria, non siamo più bambini. Possiamo consolarci con la solita vita che continua, col sempiterno Gianni Morandi e col nuovo che avanza mostrandoci le tette. La vita qui nelle colonie dell’Impero è sempre uguale, o almeno così ci pare.

C’è una guerra che ha già fatto centinaia di migliaia di morti, ma è in televisione. Qui si paga tutto un po’ più caro ma non si muore sotto le bombe. I nostri figli sono i nuovi poveri d’Europa, ma sono sul divano, accanto a noi, a commuoversi per il bel discorso di Roberto Benigni. L’Italia è il Paese più bello del mondo, che fortuna non essere americani! Siamo gli unici abitanti delle colonie che non aspirano a rendersi indipendenti…

Qui nella patria del bel canto nulla può cambiare, siamo resilienti, docili, addomesticati, persi nel metaverso davanti ai nostri schermi, inebetiti, inermi, indifesi.

Quest’anno ci è stato risparmiato il triste spettacolo di un principe ereditario che canta Italia amore mio, il resto è cronaca, un trafiletto, la notizia di un giorno come un altro.

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