Cronache
Immigrato muore soffocato in valigia su traghetto per la Spagna

Nuovo dramma dell'immigrazione: un giovane marocchino è morto soffocato dopo essersi nascosto in una valigia per raggiungere la Spagna su un traghetto partito da Melilla. La notizia è stata resa nota dalla guardia civile spagnola e ripresa da Le Parisien. Il 27enne si era nascosto in una valigia caricata nel bagagliaio dell'auto del fratello, regolarmente imbarcata sul traghetto. Durante la navigazione, il fratello si è accorto che il giovane non respirava più e ha avvertito l'equipaggio, ma gli sforzi per rianimarlo non hanno avuto successo. Il fratello è stato arrestato e accusato di omicidio colposo.
A maggio, ricorda il quotidiano francese, il padre di un ivoriano di 8 anni aveva usato lo stesso sistema per cercare di far entrare il figlio in Spagna, ma il bimbo era stato scoperto grazie ai raggi X. Le sue foto, rannicchiato in posizione fetale, avevano fatto il giro del mondo, suscitando indignazione e facendo ottenere al giovanissimo migrante un permesso di soggiorno provvisorio in Spagna.
Intanto, circa cinquemila migranti sono intanto accampati nella zona di Calais, nella speranza di riuscire a raggiungere il Regno Unito e solo nell'ultima notte, secondo fonti di polizia, sono stati circa 1.700 i tentativi di incursione: mille sono stati "respinti" dalle forze di sicurezza nei pressi dell'Eurotunnel, mentre altri 700 sono stati "intercettati" all'interno del passaggio. Un agente è stato ferito al volto e alla testa da una pietra e il suo aggressore, un sudanese, è stato arrestato. Per contrastare la spinta dei migranti, Londra ha annunciato che aumenterà del numero delle guardie di sicurezza e dei cani addestrati, oltre alle barriere e videocamere di sorveglianza.
Sulla questione Calais, il governo britannico insieme a quello francese ha chiesto poi l'intervento dell'Ue e della comunità internazionale. In una lettera aperta pubblicata sul Telegraph, i ministri dell'Interno di Londra e Parigi sottolineano che il problema non riguarda solo i loro due Paesi e formulano un appello che va sulla scia di quello lanciato dall'Italia nel pieno dell'emergenza sbarchi a Lampedusa, quando era proprio la Gran Bretagna a opporsi alla ripartizione dei migranti.