Cronache

Ugl, Paolo Capone: "Made in Italy sotto attacco dell’Oms"

Paolo Capone, leader Ugl:“E' opportuno mobilitare l’intera filiera nazionale e il sistema Paese, al fine di difendere la dieta mediterranea e i nostri prodotti”

L’Oms e l’Onu hanno dichiarato guerra alle malattie non trasmissibili quali il diabete, il cancro e le cardiovascolari, i cui morti dovranno diminuire di un terzo entro il 2030. Per raggiungere l’obiettivo dovrà essere ridotto l’apporto di zuccheri, sale, grassi saturi, e alcol nell’alimentazione. La questione sarà affrontata il 27 settembre all’Onu di New York. Il vaso di Pandora si è, però, aperto con il report del giugno scorso, “Time To Deliver”, in cui l'Oms presenta diverse possibili raccomandazioni per ridurre l'impatto dei cibi poco salutari e migliorarne così la regolamentazione. Per questo, alcuni cibi del “Made in Italy” come il prosciutto, l’olio di oliva, il Parmigiano Reggiano rischiano di finire sotto accusa, alla stregua delle sigarette. Dunque, per l’intera filiera agroalimentare italiana è già allarme. 

“Mi sembra una caccia alle streghe quella di voler bollare i nostri prodotti agroalimentari come nocivi per la salute, dato che la dieta mediterranea è riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanitàdal 2010. In Italia, l’agroalimentare rappresenta il secondo settore manifatturiero del Paese, con i suoi 140 miliardi di fatturato e 400 mila impiegati.” Ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl.  “Per cui, è opportuno mobilitare l’intera filiera nazionale e il sistema Paese, al fine di difendere la dieta mediterranea e i suoi alimenti. Ridurre l’incidenza delle malattie non trasmissibili, non vuol dire necessariamente demonizzare alcuni dei prodotti più tipici e invidiati del ‘Made in Italy’, favorendo così le industrie che producono i sostituti chimici degli alimenti, che vengono però spacciati per più salutari e controllati. Bisogna diffondere una maggiore cultura della prevenzione e della sana alimentazione, senza però scoraggiare i consumi e la scelta di alimenti di qualità, simbolo della tradizione italiana.” Non tarda la reazione di Francesco Branca, Direttore del dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell'Oms, che ribadisce “L'Oms non criminalizza determinati cibi ma raccomanda politiche che promuovano un consumo parsimonioso degli alimenti che hanno alti contenuti di sodio, zuccheri o grassi saturi.” 

Per questo, rincara il sindacalista “allora, in base allo stesso principio si dovrebbe dichiarare guerra a tutte le grandi catene multinazionali che vendono ‘jungle food’ nel mondo. Siamo d’accordo sulla necessità di informare i consumatori indicando sull’etichetta i valori giornalieri di riferimento, i cosiddetti Gda, senza tuttavia creare inutili allarmismi e preoccupazioni. Al contrario, quello che occorre fare è tutelare le nostre tipicità enogastronomiche, soprattutto dalla concorrenza straniera.” E in merito al nuovo accordo commerciale tra l'UE e il Canadache semplificherà l'export di beni e servizi, sostiene “in teoria, dovrebbe incentivare l’economia nazionale sotto vari aspetti, favorendo principalmente le esportazioni e la creazione di nuovi posti di lavoro. In realtà, è un accordo a doppia lama, nel senso che è vero che con l’apertura doganale si faciliterebbe l’export di prodotti italiani all’estero, ma è pur vero che molte piccole aziende andrebbero chiuse, schiacciate dalla concorrenza. Soprattutto se si tratta di settori in cui il Canada è forte, come per la produzione di grano.” 

In conclusione, secondo Capone “stiamo attraversando un terreno minato che potrebbe mettere in pericolo la solidità e la credibilità di uno dei comparti produttivi più floridi del nostro Paese e che rappresenta una risposta alla crisi economica degli ultimi anni. Auspico, quindi, che il nuovo Governo possa affrontare questa minaccia con grande attenzione