Culture

Le poesie d’amore di Franco Arminio, il poeta dei paesi e dei borghi

Di Angelo Maria Perrino


Si definisce, con un neologismo, paesologo. L’unico paesologo al mondo. Alludendo al suo focus artistico, ossia i paesi, i borghi, le piccole realtà geografiche e sociali dimenticate. Come quella dov’è è nato e in cui vive, Bisaccia, in provincia di Avellino. O come quella in Irpina, Trevico, il più alto borgo della Campania, dove ha fondato la casa della paesologia.

Artista multiforme e poliedrico, poeta, scrittore, regista, documentarista, animatore di battaglie civili, Franco Arminio, collezionista di premi prestigiosi, esce con un nuovo libro di poesie. Clicca il link per leggere la recensione di "L’infinito senza farci caso". Versi d’amore di straordinaria bellezza.


Lo abbiamo intervistato e ci ha regalato oltre alle risposte anche un suo testo.

Lei è un poeta che vive nel Sud. Sul Meridione nei decenni molti hanno provato a dire (ma poco in verità si e' fatto). Che cosa puo' dirci un poeta dal suo punto d'osservazione?

"A un certo punto si è fatto anche molto, penso alle zone colpite dal terremoto dell’ottanta. Chi ha concepito e guidato il processo di ricostruzione, coi relativi scandali, è stato un grande incentivo alla nascita della Lega. Dopo la nascita della Lega in realtà gli interventi sul Sud sono stati più teorici che reali. La scandalosa differenza di reddito e di servizi sociali e culturali tra le regioni del Nord e quelle del Sud si è di molto accresciuta. Bisogna partire da qui. Dunque il giudizio è drasticamente negativo, non solo per la carenza di interventi, ma anche per la loro sostanziale miopia. È come se la politica nel suo complesso facesse fatica a mettere a fuoco non solo i problemi del Sud, ma anche le sue energie migliori, che vengono regolarmente trascurate. Ovviamente il giudizio è sospeso sul governo attuale, perché è al lavoro da poco tempo. La sensazione è che ci sia un desiderio di dare più attenzione al Sud, ma bisogna vedere quello che faranno nei prossimi mesi. Di sicuro ci vuole una grande mobilitazione della società, a partire dai ragazzi, il governo da solo non ce la fa".

ITALIA MIA

Italia mia
torna ai tuoi monti, al fango,
alle ginestre, torna alle madri
che chiamavano i figli dalla finestra,
torna giovane e vecchia,
ubriaca e dolente, torna neve e vento,
torna alla Divina commedia recitata
dai barbieri, al Rigoletto da osteria.
Torna a cantare
Italia mia, torna agli sposi, ai nonni,
agli zii, torna alle capre,
alle galline, guarda l’oro dei pittori,
prega, riscalda il latte, illumina il buio
con le mani, cerca la tenerezza
sulla cima dei tuoi monti,
scendi per strada, torna alle piazze
dei paesi, balla la tua quadriglia.
Italia mia, Italia greca e padana,
Italia di spiaggia e di grano,
Italia nostra, poema di noi tutti,
butta per aria i furbi e i farabutti.

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"L'infinito senza farci caso. Poesie d'amore" di Franco Arminio. LEGGI LA RUBRICA "IL RIGOLETTO"

 

Lei si definisce un paesologo, "l'unico al mondo". Possono avere una funzione i paesi, ossia i piccoli centri talora abbandonati, nella società d'oggi?

"L’Italia è prima di tutto i suoi paesi. E non è vero che non c’è più nessuno. I paesi sono in difficoltà, ma ridare fiducia a quei luoghi può far bene anche all’Italia delle coste e delle pianure. Non scordiamoci che nelle pianure la qualità dell’aria è una delle peggiori del mondo. I paesi sono una risorsa, a partire da quel che resta delle comunità. Le comunità sono un presidio importante per alleviare i guasti della globalizzazione".

E i vecchi, che lei ama ascoltare durante il suo tempo libero e che cita spesso nelle sue opere, in che senso possono aiutarci?

"I vecchi intanto vanno accuditi quando sono malati, vanno salutati quando li incontriamo per strada: salutare un vecchio non è gentilezza, ma un progetto di sviluppo locale. I vecchi hanno un’attenzione e una sobrietà che noi abbiamo perduto. Sono meno ingordi e bulimici, insomma hanno un capitale umano che non possiamo rottamare. I vecchi sono vicini alla morte e la morte non la possiamo tenere nel ripostiglio, un individuo e una società mature tengono sempre in mente che c’è un limite, le vicende umane hanno questo epilogo misterioso che chiamiamo morte".

Che cosa consiglia a un ragazzo d'oggi che vuol dare un senso alla sua vita?

"Mi sembra importante avere delle passioni. La vita senza passioni ha poco senso. I ragazzi devono riprendere a trafficare con l’utopia. Il sogno di un altro mondo è una spinta importante, ma sognare un altro mondo non significa vietarsi di assaporare le bellezze del mondo che c’è. Insomma, non bisogna sprecare la propria salute, i ragazzi ne hanno tanta. E bisogna sempre ricordarsi che studiare è una buona cosa. Oggi il verbo studiare è molto in ribasso, ma studiare può dare lietezza, può aiutare anche a godersi la vita. Non credo che gli ignoranti se la passino bene. È un errore pensare che sapere le cose ci renda meno gioiosi".

I politici e i filosofi hanno fallito... Possono riuscire i poeti a salvare il mondo?

"I politici e i filosofi hanno fallito completamente. I poeti non hanno fallito perché nessuno li ha mai presi seriamente in considerazione. Sicuramente questo è un momento in cui la poesia ha più spazio, ma non bisogna pensare ai poeti intellettualoidi che giocano con la lingua, bisogna che arrivino poeti caldi, appassionati alle vicende della vita".