Economia

Mediaset, Berlusconi jr:"Progetto sul braodcaster Ue da definire entro luglio"

Ok dell'assemblea del Biscione all'introduzione del voto maggiorato. Vivendi non ammessa alle votazioni e impugna le delibere

I Berlusconi si blindano definitivamente in Mediaset e con il congelamento della distribuzione del dividendo si preparano alla creazione del polo europeo dei broadcaster che nei piani del vice presidente e amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi dovrà vedere la luce entro il 25 luglio.  Il Cda del prossimo 25 luglio deciderà della distribuzione dei dividendi e quindi quella data può essere presa "come una scadenza" per la definizione di un progetto paneuropeo, ha risposto infatti il secondogenito dell'ex Cavaliere al termine dell'assemblea degli azionisti, chiamata ad approvare il bilancio, a chi gli chiedeva dei tempi per la possibile alleanza internazionale.

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"Stiamo lavorando con impegno per trovare una quadra industriale, prima di fare qualunque passo vogliamo essere convinti di un progetto che abbia un senso industriale e che stia in piedi", ha spiegato. "Poi - ha aggiunto - vedremo come farlo e con chi, ci sono tante possibilità", senza precisare se ci saranno o meno aggregazioni azionarie. A chi gli chiedeva se Vivendi farà parte di questo progetto, il Ceo del Biscione ha risposto che si tratterà "di un progetto fatto da Mediaset, il promotore è Mediaset. Vivendi entra in qualità di socio Mediaset e non ha nessuna parte attiva. Per ora, con loro, siamo in causa". "Forse - ha aggiunto poi - è un loro sogno". 

Dopo quelli di ieri del presidente di Fininvest Marina Berlusconi, i toni della famiglia che è azionista principale di Mediaset con il 44,1% restano belligeranti. Per il momento la francese Vivendi, socio scomodo del gruppo di Cologno al 28,8% (di cui il 19,19% girato a Simon Fiduciaria), è rimasta fuori dal voto e ha promesso battaglia in tribunale (dopo aver impugnato le delibere) dove si consuma da mesi la causa col Biscione. 

Prima dell'assemblea di Mediaset a cui ha partecipato il 50,43% del capitale, il board del gruppo di Cologno ha deciso di opporsi alla richiesta di Vivendi (9,16% del capitale) e di Simon (19,19%) di esercitare i diritti di voto inerenti alle rispettive partecipazioni e di non consentire a Simon di partecipare ai lavori assembleari. 

"Il consiglio, valutati i pareri legali rilasciati dai propri consulenti e le pronunce del Tribunale di Milano", ha ritenuto che "Vivendi ha acquistato, e detiene, la partecipazione in Mediaset in violazione delle obbligazioni assunte con il contratto dell'8 aprile 2016 avente ad oggetto, tra l'altro, la cessione di Mediaset Premium" e delle disposizioni del Testo Unico della Radiotalevisione, "come accertato da AGCom". Pertanto il consiglio ritiene che "il socio Vivendi e il suo fiduciario Simon non sono legittimati all'esercizio dei diritti amministrativi (ivi incluso il diritto di voto)" sulle azioni Mediaset ha comunicato il board.

I soci, nella parte straordinaria dell'assemblea, hanno dato il via libera alla modifica dell'articolo 7 dello statuto riguardante la maggiorazione del voto per gli azionisti stabili, così Fininvest, con fieno in cascina e quote di capitale da far crescere di un ulteriore (oltre al 44,1%) 0,8%, avrà maggior forza contrattuale in vista del progetto broadcaster paneuropeo. Appuntamento dalla deadline estiva, stando alle parole di Pier Silvio Berlusconi, a cui il Biscione si presenterà con una raccolta pubblicitaria e ricavi da advertising "pari" a quella del primo semestre dell'anno scorso, tolto il perimetro del calcio.

"Partiamo con un perimetro diverso dallo scorso anno - ha precisato il Ceo - in più pesa la scadenza elettorale di maggio, siamo senza calcio pay, senza Champions e Mondiali, vediamo. E' un mercato tosto tosto, facciamo del nostro meglio”. Così il mercato apprezza e compra il titolo Mediaset (+3,3% a 2,9 euro al giro di boa).