Esteri

Guerra Ucraina, Biden verso l'accordo con l'Iran. E ora tratta pure con Maduro

di Lorenzo Lamperti

Joe come i Bush: dopo Kiev agli Usa serve petrolio. E improvvisamente dialogare con il regime degli ayatollah e il Venezuela non è più un tabù

Guerra in Ucraina, Biden invia una delegazione segreta in Venezuela

Forse ancora più sorprendente il fatto che gli Usa abbiano riattivato all'improvviso il dialogo con il Venezuela, col quale si era tagliato qualsiasi rapporto da diverso tempo e si era sostenuta l'oppoisizione guidata da Guaidò. Secondo quanto scritto da New York Times e Wall Street Journal la Casa Bianca ha inviato a Caracas in segreto, nei giorni scorsi, una delegazione di alti funzionari a Caracas per analizzare una possibile revisione delle sanzioni contro la società statale petrolifera Pdvsa in cambio di una ripresa delle esportazioni di greggio venezuelano verso gli Usa.

Secondo diversi analisti, un aumento della produzione di petrolio da parte del Venezuela potrebbe coprire solo una piccola fetta del fabbisogno aggiuntivo americano in sostituzione delle importazioni dalla Russia, ma potrebbe comunque incentivare l'isolamento di Mosca. Il segnale che qualcosa si stia muovendo tra Usa e il regime di Maduro è arrivato con la liberazione di due cittadini statunitensi detenuti nel paese sudamericano: un dirigente del colosso petrolifero Citgo, arrestato nel 2017, e un altro cittadino di cui non è stata resa nota l'identità.

Petrolio, Arabia ed Emirati dicono no a Biden. Guaidò ha paura: "Revisione sanzioni senza democrazia? Maduro sarò ancora più autoritario"

La mossa su Iran e Venezuela sarebbe motivata anche dal fatto che i due tradizionali partner degli Usa in materia di petrolio, vale a dire Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, non vogliono parlare con Biden sul possibile aumento della produzione. Ma diversi parlamentari non l'hanno presa bene, come riporta Nova. Diversi membri dell'opposizione hanno detto che gli Stati Uniti non dovrebbero "sostituire le relazioni estere con un dittatore con un altro" per stabilizzare i mercati energetici globali.

La stessa opposizione venezuelana appare preoccupata di essere mollata al suo destino. In un comunicato del governo "legittimo" di Juan Guaidò, riconosciuto da Donald Trump nel 2019, si sostiene che una eventuale revoca delle sanzioni da parte degli Stati Uniti deve essere necessariamente accompagnata da "progressi reali" nelle condizioni democratiche del Venezuela. Altrimenti, "togliere qualsiasi misure di pressione" potrà solo "rafforzare l'autoritarismo che oggi minaccia il mondo". 

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