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Politica
Berlusconi: Salvini si scordi Palazzo Chigi. Caos nel Centrodestra: la verità

"Matteo Salvini si scordi di diventare premier, se insiste con la sua candidatura a Palazzo Chigi l'alleanza di Centrodestra alle elezioni politiche non ci sarà". Sono le parole usate da Silvio Berlusconi - secondo quanto Affaritaliani.it è in grado di rivelare - nel corso dell'ultimo vertice tra i massimi dirigenti di Forza Italia sulla legge elettorale. Al di là del sistema di voto, e gli azzurri potrebbero anche essere disponibili al maggioritario purché senza collegi uninominali (ecco perché, leggi qui), il problema dell'ex Cavaliere è soprattutto personale.

Quelle frasi pronunciate da Salvini prima della sua rielezione a leader del Carroccio, quando parlando di Umberto Bossi attaccava "la Lega che andava ad Arcore con il cappello in mano", sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Prima ancora delle divergenze sull'euro e sull'Unione europea, tra Merkel e Le Pen, Berlusconi mal sopporta il segretario leghista e lo considera un "ingrato" sia sul piano politico (specialmente nei confronti del Senatùr) ma anche per le affermazioni "pesanti" dopo la cessione del Milan ai nuovi proprietari cinesi.

Ecco perché Berlusconi ha in passato lodato Luca Zaia, indicandolo come possibile presidente del Consiglio. Facendo anche il nome dell'altro Governatore leghista, Roberto Maroni. Tentativi sia di dividere la Lega sia di convincere Salvini a rivedere la sua strategia. Berlusconi, assicura chi lo conosce bene, mai e mai potrà accettare di dare i propri voti in Parlamento per la fiducia ad un eventuale governo a guida Salvini. Anche perché il risultato sarebbe l'espulsione immediata dal Partito Popolare Europeo, ad opera della Cdu della Cancelliera tedesca e dei gollisti francesi, con mezzo partito in rivolta e pronto allo strappo.

Questa avversione personale e politica dell'ex Cav per il segretario leghista è la chiave di lettura del caos nel Centrodestra e dell'ambigua posizione di Berlusconi sulla legge elettorale. Il leader di Forza Italia parla di Centrodestra unito e competitivo e poi sostiene il proporzionale, ovvero un sistema ideale per governare con Renzi dopo la chiusura delle urne. Ovvio il motivo, tra i due Matteo l'ex Cav - se deve scegliere - preferisce quello di Firenze.

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