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Bimba sbranata dal pitbull, arriva la proposta di legge: "Quella razza in Italia va vietata"

Acerra, il padre della piccola è indagato per omicidio colposo: il cane non era neanche registrato e non aveva il microchip

di redazione politica

Bimba sbranata dal pitbull, il padre indagato per omicidio: è positivo all'hashish

 

Secondo il Corriere della Sera, il papà della bimba è risultato essere positivo all'hashish mentre i test tossicologici su altri tipi di droghe hanno dato esito negativo. La sua posizione è comunque quella di indagato e la procura prosegue con gli accertamenti.

Sono state anche requisite le immagini delle telecamere del rione Ice Snei di Acerra, dove si trova l'abitazione della famiglia. Si cerca di stabilire se l'uomo si è magari allontanato da casa, anche per poco, mentre era da solo in casa con la figlia. La madre della bimba è invece accertato che stava lavorando in una pizzeria.

 

Bimba uccisa ad Acerra, si muove la politica: proposta di legge anti-pitbull

Emergono nuovi dettagli sul caso della bimba di nove mesi sbranata da un pitbull ad Acerra (Napoli), la versione fornita dal padre della piccola non convince gli inquirenti e ora l'uomo risulta indagato per omicidio colposo. Ma adesso si muove anche la politica, Raffaella Paita di Italia Viva presenterà in Parlamento una proposta di legge per impedire il commercio dei pitbull in Italia. "L’ennesimo dramma, - scrive Paita sui social - questa volta ad Acerra: una bambina di 9 mesi è morta perché aggredita nel suo letto da un pitbull. Questi cani sono strutturalmente inadatti alla convivenza con l’uomo e con i bambini, per questo mi batterò in Parlamento per vietarne il commercio. Basta con queste morti innocenti ed evitabili". Intanto si continua a indagare sulla morte della bimba di Acerra, la Procura di Nola ha aperto un fascicolo e disposto l'autopsia.

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Al padre 25enne viene contestata l'omessa custodia e vigilanza del cane mentre era impegnato ad accudire la bambina. L'uomo ha raccontato agli inquirenti di non essersi accorto di nulla perché anche lui, come la piccola, dormiva in attesa del rientro della moglie che era al lavoro: per fugare ogni dubbio, è stato sottoposto ai test tossicologici. Il giovane ha sostenuto di non aver sentito né il cane, né le urla della bambina addentata al volto e alla testa dal pitbull tenuto in casa.

L'animale era privo di microchip, come ha spiegato lo stesso giovane che l'altra notte, in ospedale, aveva invece raccontato ai medici di un'aggressione da parte di un randagio. Questa versione è stata cambiata poi davanti agli inquirenti, quando tra le lacrime ha ammesso che la piccola era stata aggredita dal suo pitbull. L'altro cane tenuto in casa, invece, un meticcio di piccola taglia, era regolarmente registrato.

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