Politica
"Green Pass anticostituzionale, la Lega voti contro in Aula"
Green Pass, "Pronti a scendere di nuovo in piazza". Intervista di Affaritaliani.it al senatore della Lega Armando Siri
Che cosa pensi delle norme sul Green Pass votate dal Consiglio dei ministri?
"Nome ingiustificate e inutili. Non esiste un contesto di emergenza tale da giustificare in nessun modo restrizioni delle libertà personali e sociali garantite dalla Costituzione.È chiaro che il COVID non è più una questione sanitaria ma politica.C’è qualcuno al Governo e negli apparati che ci ha preso gusto a pontificare, vietare, sanzionare e impaurire.Ciò che sta accadendo rivelerà tutta la sua gravità non appena si saranno diradate le nebbie della psicosi che sta travolgendo il Paese".
Lei voterà il decreto quando arriverà in Parlamento?
"Assolutamente no. Insieme ai colleghi farò tutto il possibile per modificare la norma ma purtroppo il danno è fatto.È inqualificabile che un provvedimento così grave sia preso con Decreto senza una discussione parlamentare preventiva. Ma a quanto pare i fondamentali del nostro ordinamento sono stati disintegrati da questa epoca di approssimazione e vuoto valoriale".
Non pensa che la Lega avrebbe dovuto battersi di più ad esempio sulla scuola dove il Green Pass è obbligatorio?
"Io mi batto e con me molti colleghi, ma per quanto possiamo fare siamo in minoranza.
Qualcuno spera di usare il ricatto del COVID per far saltare i nervi a Salvini ma sta facendo male i conti. È chiaro che si vuole usare questo metodo subdolo per spaccare la Lega ma non succederà.
Se la Lega lascia il Governo oltre ai danni del Green Pass avremmo anche maggiori tasse sulla casa, pioverebbero cartelle esattoriali sulla testa dei contribuenti e delle piccole imprese già in difficoltà e inizierebbe il balletto sullo Ius Soli proprio mentre l’Italia è di nuovo presa d’assalto da migliaia di disperati.
Fosse dipeso da me però avrei votato contro il provvedimento in CDM e poi compattamente in Aula.
Non moriva nessuno e non sarebbe stata la prima volta che all’interno della stessa maggioranza su un singolo provvedimento ci fossero dei distinguo. Viviamo però una pagina inedita della nostra storia repubblicana e la dialettica democratica cede il passo a una forma di autismo autodistruttivo".