Politica

“Il M5s non rispetta le regole. Ipotesi class action? Valuteremo”

di Paola Alagia

Intervista di Affari alla deputata espulsa Corda: “Mi interessa ristabilire la verità, nessuna ansia di rientrare”. Conte alla guida? “Snatura il progetto”

Il pronunciamento di ieri della Corte d’Appello di Cagliari - che ha dichiarato inammissibile il ricorso del reggente Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale del Movimento, come richiesto e ottenuto dalla consigliera sarda espulsa Carla Cuccu -, se da un lato ha gettato ancora di più nel caos i pentastellati, dall’altro ha ringalluzzito gli espulsi che si opposero alla nascita del Governo Draghi e che, per tale ragione, vennero poi cacciati dal Gruppo. Proprio Lorenzo Borrè, il legale che li segue, ieri su Affaritaliani faceva notare come i provvedimenti di espulsione per questi parlamentari fossero stati adottati “da un capo politico che non era più previsto dallo Statuto”. Tra loro c’è anche la deputata Emanuela Corda che ha aderito alla componente Alternativa c’è nel gruppo Misto.

Raggiunta al telefono dal nostro giornale, dice subito che “quanto stabilito dalla Corte d’Appello costituisce un segnale forte. Prova che le cose non sono andate nel verso giusto. Anche la nostra espulsione (insieme a Corda sono stati espulse anche le colleghe Arianna Spessotto e Guia Termini, ndr) è avvenuta con provvedimenti presi dallo stesso capo politico reggente. A questo punto, auspico che quanto emerso volga in nostro favore”. Ma, chiarisce anche: “Attenzione, però: il mio auspicio non significa che io abbia ansia di rientrare nel Gruppo dal quale sono stata sbattuta fuori. E’ una questione di giustizia, chiarezza e rispetto delle regole”. Quanto all’ipotesi di una class action, poi, la deputata ex M5s non chiude all’ipotesi: “Ci confronteremo con il nostro avvocato e decideremo la strada da percorrere. Poi, se ci sarà da fare anche un’azione collettiva, non mi tirerò indietro”.

Corda, come ha accolto ieri il pronunciamento della Corte d’Appello di Cagliari?
Con una riflessione che è la seguente: siamo di fronte a uno scenario poco chiaro. Che poi era già un mio convincimento. Sa qual è la cosa che più mi sorprende?

No, lo dica lei.
Che chi contesta a noi la violazione delle regole poi non rispetti neanche lo Statuto del Gruppo. Non dimentichiamo - perché non è un dettaglio da poco – che avrebbe dovuto esserci già una guida collegiale, ma c’è ancora il reggente in proroga. E non si comprende a che titolo, visto che la votazione avremmo dovuto tenerla dopo gli Stati generali proprio perché la base si era pronunciata. E, invece, si procede con il reggente nel tentativo di affidare poi tutto in mano a Conte e cioè a una figura terza. Tutto legittimo, per carità. Tuttavia, solo se si agisce nel rispetto delle norme e dei regolamenti.

Lei è stata espulsa proprio sotto la reggenza di Vito Crimi.
Sì, ecco perché adesso, auspico che anche questo pronunciamento volga in nostro favore. Per poter ristabilire un principio di giustizia e verità. E non tanto perché io abbia ansia di rientrare nel Gruppo dal quale sono stata buttata fuori e nel quale, quindi, evidentemente non ero gradita.

E’ stato il suo no alla fiducia al Governo Draghi a costarle l’espulsione. E’ così?
Sì, nonostante avessimo fatto presente quanto recita il Codice etico. E cioè che noi siamo tenuti a votare un premier che sia espressione dei Cinque stelle. E Draghi, è evidente, non lo è. Parliamo del premier di un governo tecnico. Un esecutivo, sostenuto da quasi tutte le forze politiche con interessi opposti, che sta facendo tutto in ritardo per via di una maggioranza composita. Un esecutivo, insomma, che cerca di stare in equilibrio precario. A spese, però, dei cittadini, come dimostrano la scarsa chiarezza del Recovery e i ritardi sui sostegni.

Dal Movimento però hanno sempre detto che sostenere il Governo era l’unica strada per potere difendere quanto già fatto e per poter portare avanti battaglie storiche. Come la mettiamo?
E’ la classica foglia di fico. Una tesi che non mi convince neanche un po’. Anche perché, alla prova dei fatti, questo Governo non sta affatto portando avanti le battaglie del Movimento. Il ministero della Transizione ecologica ne è la prova.

In che senso?
A parte il tempo che si è sprecato per riorganizzare e spostare i dipartimenti, basta guardare all’operato di Cingolani. Il ministro ha già autorizzato progetti che prospettano attività di trivellazione senza neanche aspettare i piani di verifica del patto ambientale. Questo già la dice lunga sul fatto che i Cinque stelle stiano facendo da sentinelle.

Si parla di class action degli espulsi. Lei sarà della partita?
Di questo, a dire il vero, non ho ancora parlato con nessuno. Alla luce della decisione della Corte d’Appello di Cagliari, ci confronteremo con il nostro avvocato e decideremo la strada da percorrere. Poi, se ci sarà da fare anche un’azione collettiva, non mi tirerò indietro. Ma, a patto che sia utile a ristabilire la verità, che è quello che mi interessa. Non voglio fare guerre ai miei ex colleghi e non porto rancore. Anche perché in Alternativa c’è sono serena. Ci siamo dati una organizzazione, riusciamo a presentare atti e provvedimenti e quindi a lavorare nell’interesse dei cittadini.

Si aspetta delle scuse dai vertici del Movimento?
Le scuse non credo arriveranno. Se avessero avuto questo tipo di sensibilità non avrebbero agito come hanno agito, facendo tutto e il contrario di tutto e poi facendo pagare pegno a chi, invece, è rimasto coerente.

Conte alla guida del M5s è una prospettiva che le piace?
Io penso che il Movimento sia tale nel momento in cui le decisioni vengono prese collegialmente con la base e quando ci si organizza dal basso. Il fatto di affidare tutto a una persona terza, anche se stimabile, non fa altro che snaturare il progetto. Non mi appassiona, quindi, questa riorganizzazione. Vedo molta confusione e divisione. Che poi è normale perché da un lato c’è chi vuole portare avanti una battaglia sui principi e i valori e dall’altro chi invece sta pensando solo al terzo mandato e spera che Conte gli salvi la poltrona.

E se fosse riammessa?
Non vorrei mai trovarmi in un Movimento in cui dovrei essere contrapposta ai miei colleghi e ai vertici. Siccome loro hanno intrapreso una strada precisa, non credo ci sia in questo momento compatibilità tra noi. Se facessero dei passi indietro, chissà. Ma tanto non li faranno mai. Inutile girarci intorno: non mi sento garantita da quelle persone. Se Il M5s ti butta fuori perché cerchi di difendere un’idea che dovrebbe essere anche la sua, c’è poco altro da aggiungere.