Politica
Il Pd mette Casaleggio fuori gioco. Conflitto d'interessi, il piano dem
Conflitto di interessi, il testo integrale della proposta di legge del Partito Democratico
Mentre il governo rimane "bloccato da una perenne campagna elettorale" tra Salvini e Di Maio, "noi vogliamo ribadire la serieta' e l'importanza di fare una legge sul conflitto di interessi", dice il presidente dei deputati dem Graziano Delrio. "Ma - assicura il collega di partito Francesco Boccia - non e' una proposta di legge contro la Casaleggio associati, ma per la democrazia", perche' "e' evidente il conflitto di interessi in cui si trova la Casaleggio associati che controlla la piattaforma Rousseau, mezzo parlamento e mezzo governo. Sarebbe in conflitto di interessi e sarebbe anche sanzionabile". La proposta di legge Pd, presentata stamane in conferenza stampa alla Camera, "regola il conflitto di interessi determinato dal web e dalle attivita' digitali. Esso si verifica ogniqualvolta il titolare della carica politica dipende tutto o in parte da soggetti estranei sl proprio contesto politico".
La proposta Pd prevede anche la regolamentazione dell'attivita' di editore "nel settore della comunicazione elettronica o di gestore di piattaforme online". Se le piattaforme appartengono a partiti politici devono essere open source e con algoritmi trasparenti, anche perche' l'utilizzo del web "puo' incidere sulle scelte politiche e chi, nella societa' digitale, incide sul funzionamento delle istituzioni, e' chiaro che e' in palese conflitto di interesse - ha detto Delrio - Noi sfidiamo i 5Stelle a essere veramente liberi e ad approvare una vera legge che serva all'Italia, e non per punire qualcuno"
"Questa norma noi non la facciamo per Casaleggio, la facciamo per la democrazia. È evidente, è palese il conflitto di interessi in cui si trova la Casaleggio associati che controlla la piattaforma Rousseau e ha di fatto espresso un terzo del Parlamento e più di mezzo governo". Nel giorno in cui M5s si prepara a chiedere la calendarizzazione della proposta di legge sul conflitto di interessi in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Francesco Boccia del Pd - con il capogruppo Graziano Delrio ed Emanuele Fiano - illustra in conferenza stampa a Montecitorio la proposta dem sul conflitto di interessi digitale. Il conflitto di interessi digitale, recita il testo composto da 9 articoli, sussiste "in tutti i casi in cui il titolare della carica politica è dipeso o dipenda in tutto o in parte in sede di elezione o nelle scelte politiche, una volta acquisita la carica politica, da soggetti o società private che utilizzino sistemi o architetture di profilazione o di alterazione inconsapevole del comportamento delle persone in modo prevedibile", il cosiddetto "nudging".
Il conflitto di interessi digitale riguarda anche chi "abbia esercitato negli ultimi tre anni o eserciti" l'attività di editore operante nel settore della comunicazione elettronica o di gestore di piattaforme online che usano sistemi di profilazione inconsapevole delle persone. Il conflitto di interessi digitale non riguarda le piattaforme o i sistemi di profilazione direttamente effettuate o immediatamente riconducibili a partiti o movimenti politici basati su sistemi di open source. Sul rispetto delle norme, prevede il testo Boccia, vigila l'Antitrust che accerta il conflitto, promuove al decadenza dalla carica politica, applica la sanzione amministrativa che va da un minimo di un milione a un massimo di 10 milioni.
"Se le elezioni della piattaforma Rousseau - ha spiegato Boccia - fossero state certificate da un'autorità terza saremmo tutti più tranquilli. Non sappiamo gli eletti attraverso quali logiche sono prescelti. La Casaleggio associati è una società privata che controlla di fatto la piattaforma Rousseau che come è noto gira su un Cms obsoleto che per ammissione dello stesso creatore doveva finire la propria esistenza nel 2013, invece funziona ancora. Inoltre è una piattaforma chiusa, non è open source, non è possibile conoscere l'algoritmo. Con la nostra proposta quando si faranno elezioni che stimolano il sentimento popolare dovranno essere certificate da un audit terzo, se sono elezioni che incidono sul sistema democratico. Siccome stiamo parlando di elezioni che decidono i candidati che entrano in Parlamento e attraverso il numero degli eletti si arriva anche alla scelta del governo, il conflitto di interessi è macroscopico. Nessuno di noi ce l'ha con Casaleggio: faccia business ma eviti di selezionare la classe dirigente o diventi il capo di un partito politico e renda open source la sua piattaforma".
"La legge non è per Casaleggio - ha osservato Boccia - ma per tutti coloro che avendo potere di controllo sui dati possono incidere sui sentimenti collettivi. Potrebbe essere una legge che diciplina tutte le società che fanno analisi del sentiment se i proprietari si candidassro o se decidessero di candidare alcune persone scelte a caso nella società mettendole ad esempio in una lista civica per un comune o una regione. Questa legge disciplina il potenziale conflitto di interessi tra chi gestisce dati e chi attarverso l'uso dei dati incide sul comportamento delle persone e attraverso questa incidenza finisce dentro le istituzioni. Casaleggio sarebbe in conflitto chiaramente a meno che non decidesse di diventare quello che poi in realtà, il capo di un partito e aprisse la piattaforma a un controllo terzo".
Con la legge del Pd, ha concluso Boccia, "i deputati eletti con il sistema così chiuso e opaco" come quello delle parlamentarie sulla piattaforma Rousseau, "sarebbero ineleggibili". In conferenza stampa Fiano ha ricordato che esiste una proposta del Pd sul conflitto di interessi presentata il 7 giugno scorso perche "la legge Frattini è superata. La nostra proposta propone una soluzione preventiva del conflitto di interessi o con l'affidamento dei propri beni in gestione oppure con la vendita. Il testo prevede anche l'ineleggibilità per coloro che hanno il controllo di società che risultano vincolate allo Stato". "Non presentiamo queste proposte per puro spirito di inseguimento - ha chiarito Delrio - vogliamo dire che il governo continua a fare proposte non serie ma chiacchiere al vento in attesa che passi il 26 maggio".