Politica

La crisi dei candidati Sindaco e quella (ben più grave) della politica

Di Lorenzo Zacchetti

Le difficoltà del centrodestra a Milano rappresentano la punta di un iceberg: governare la complessità è una sfida che mette in crisi anche i profili migliori

"Undici piccoli indiani"

Siamo arrivati a undici, una squadra di calcio: 1) Oscar Di Montigny 2) Annarosa Racca 3) Maurizio Lupi 4) Gabriele Albertini 5) Fabio Minoli Rota 6) Maurizio Dallocchio 7) Ferruccio Resta 8) Giulio Gallera 9) Roberto Rasia Dal Polo 10) Regina De Albertis 11) Matteo Salvini. Adesso si parla di Vittorio Feltri, chissà se sarà davvero lui? A questo punto non si può escludere niente. 

La moria di possibili candidati Sindaco per il centrodestra a Milano sembra davvero la trama di un libro di Agatha Christie: non ci sono precedenti storici ed è quindi inevitabile farci un po’ di ironia. Il giusto, non troppa: alla fine un candidato all’altezza sarà presentato, visto che anche in questa lista ci sono profili di livello e che comunque in città le teste pensanti non mancano. 

Certamente siamo in una fase storica nella quale le figure più appetibili preferiscono spendersi nell’ambito delle professioni, piuttosto che in politica: questo è un problema non da poco, ma del quale abbiamo già parlato in diverse occasioni. Forse vale la pena sottolineare un altro aspetto: il problema delle persone è in fondo secondario, rispetto alla povertà del dibattito sui temi del quotidiano.

Chiunque sia il candidato prescelto, battere un avversario forte come Beppe Sala può essere possibile solo sul piano delle idee concrete, soprattutto in una città pragmatica come Milano. È pur vero che i mitici “programmi elettorali” servono più per compattare le coalizioni politiche che per convincere gli elettori, ma a questi ultimi non sarà certo sfuggito che in questi mesi si è parlato moltissimo di nomi da piazzare su una poltrona e quasi per niente di cosa fare per la città. Nemmeno il tormentone sulle piste ciclabili, nuovo feticcio del centrodestra, sembra fare grande breccia nel cuore dei milanesi e comunque non ci si può certo fermare lì. 

Questo vale anche per le altre grandi città che si apprestano al voto e che, seppure in misura meno esorbitante che a Milano, stanno toccando con mano la difficoltà delle forze politiche nel farsi interprete delle esigenze delle proprie comunità, completamente ridefinite dal Covid-19. Questo è evidente soprattutto nei grandi centri urbani, dove il tessuto economico è il binario che maggiormente orienta il percorso delle metropoli. La crisi dei politici è un problema serio. Quella della politica, come strumento per governare la complessità, lo è molto di più.