Migranti: stampa USA attacca Salvini. L'ennesimo favore al vicepremier
The Atlantic contro Salvini: "Gli elettori italiani non sono anti-immigrazione, ma il loro governo sì"
Il giornale statunitense The Atlantic ha pubblicato un articolo dichiaratamente anti-salviniano con il titolo: “Gli elettori italiani non sono anti-immigrazione, ma il loro governo sì”, a firma Rachel Donadio (corrispondente da Parigi su politica e cultura in Europa), tradotto anche per Internazionale (“L’antirazzismo italiano ha poca voce”).
L’articolo si apre così: “La coalizione populista al governo in Italia è dominata da Matteo Salvini, ministro dell’Interno e vicepremier che invade l’etere e i social network minacciando di deportare tutti i clandestini. Salvini ha citato Mussolini – “tanti nemici, tanto onore” – proprio nel giorno del compleanno del dittatore, e ha dichiarato che i migranti mettono in pericolo l’identità e la sicurezza dell’Italia”.
Il giornale americano cita, dunque, le parole utilizzate da Matteo Salvini per condividere su Twitter l’articolo di Affaritaliani.it scritto da Marco Zonetti, senza però menzionare i contenuti dell’analisi tecnica condotta dal giornalista, cioè che i continui attacchi lanciati su vari fronti da figure istituzionali della Sinistra, testate cattoliche, giornali nazionali e intellettuali non fanno che accrescere i consensi di Matteo Salvini.
La giornalista americana ha intervistato diversi soggetti, tra i quali il leader sindacale Aboubakar Soumahoro, nato in Costa d’Avorio, Paolo Flores d’Arcais, direttore di Micromega, Fabrizio Barca, economista ed ex ministro del governo tecnico guidato da Mario Monti - tutti esponenti di diverse correnti, tutte chiaramente contrarie all’indirizzo del governo Lega-M5S in materia di immigrazione - e riporta i dati di uno studio condotto da Ipsos Mori e More in Common, un’organizzazione senza scopo di lucro che combatte l’autoritarismo e la xenofobia, secondo il quale “gli elettori italiani sono generalmente empatici nei confronti dei profughi, eppure si sono ritrovati un governo che chiaramente non lo è”.
Tuttavia lo studio citato si basa su un ristretto campione di analisi di duemila persone e deduce l’esistenza di un sentimento di “empatia” degli italiani nei confronti dei migranti dal semplice fatto che “oltre il 70 per cento degli italiani approva la concessione dell’asilo ad alcuni migranti” e “solo il 15 per cento degli intervistati si è dichiarato favorevole” a “respingere i barconi nel Mediterraneo anche a costo di perdere alcune vite”.
A prescindere dal fatto che c’è una profonda differenza sotto il profilo giuridico tra un richiedente asilo, un migrante irregolare e un clandestino (vedi un articolo pubblicato dallo stesso Internazionale con un’attenta distinzione sulle diverse definizioni), le percentuali individuate dallo studio non sono sufficienti per confermare un allontanamento dell’elettorato italiano dalla politica dell’attuale governo, la cui volontà - come scritto nel contratto del cambiamento - è quella di ridiscutere dalle fondamenta la normativa europea in materia di immigrazione. Come si legge nel contratto di governo: “L’Italia deve ricoprire un ruolo determinante ai tavoli dei negoziati europei in merito alle politiche di asilo e di immigrazione. Si deve puntare alla riduzione della pressione dei flussi sulle frontiere esterne e del conseguente traffico di esseri umani e contestualmente, nella medesima ottica, ad una verifica sulle attuali missioni europee nel Mediterraneo, penalizzanti per il nostro Paese, in particolare per le clausole che prevedono l’approdo delle navi utilizzate per le operazioni nei nostri porti nazionali senza alcuna responsabilità condivisa con gli altri Stati europei”.
Il giornale statunitense non entra nel merito di queste previsioni del contratto, tutt’ora alla base delle politiche del governo italiano, definendolo genericamente “anti-immigrazione”.
Il sospetto è che gli attacchi all’attuale Governo e al Ministro degli Interni Salvini scagliati da The Atlantic finiranno per essere, per l’ennesima volta, una maldestra e involontaria raccolta di ulteriori consensi al Ministro con “tanti nemici”.