Politica
Pd, dalla rottura con Conte al duello con Meloni: così si chiude l'era Letta
Enrico Letta cede il testimone alla guida del partito, ma assicura di rimanere e dare una mano. L'analisi dei due anni da segretario
Alla fine, il Pd con il campo ristretto della sua lista "Italia democratica e progressista", nella quale sono presenti anche Articolo Uno e Demos, si attesta 19,1 per cento, sotto la soglia psicologica del 20 per cento che avrebbe consentito di parlare di "non sconfitta". Letta è costretto a una presa di posizione. Non si dimette, ma annuncia che guiderà il Pd solo fino all'elezione della nuova segreteria. Il congresso puo' partire, seppur tra mille incognite. In campo c'è il solo Stefano Bonaccini, sostenuto dall'ala liberal del Pd, con Base Riformista di Lorenzo Guerini in prima linea. Si aggiungono poi sindaci come Dario Nardella e Antonio Decaro.
Pd, ora è l'era di Elly Schlein, ma Letta ha promesso di 'dare una mano'
La grande attesa è Elly Schlein, paladina dei diritti salita agli onori delle cronache come "anti Meloni" per il discorso di fuoco tenuto il 23 settembre a Piazza del Popolo. È in questo contesto che piomba come un macigno il caso Qatargate. Quando l'inchiesta coinvolge l'europarlamentare Pd Andrea Cozzolino, Letta riunisce d'urgenza la commissione di garanzia e sospende l'eurodeputato. Sarebbero stati due anni il 14 marzo. Letta non tornerà a Sciences Po. Nel mezzo di questi due anni, il segretario ha vinto le suppletive nel collegio di Siena. Siederà in Parlamento e assicura di mettersi a disposizione: "Sarò lì ad aiutare discretamente dal mio posto, senza sgomitare. Esco di scena molto contento di questa grande giornata di partecipazione, di questa festa della democrazia che è quello che per cui è nato il Partito democratico".