Costume

Ecco 5 itinerari golosi: alla scoperta delle eccellenze culinarie italiane

di Franca D.Scotti

Lungo la penisola, alla ricerca di evasioni gustose e originali, tra le colline, in vigna, nei trabocchi sul mare o in prestigiosi caffè storici...

Piemonte, peccati di gola a Torino

Se il buon gusto di Torino e dei torinesi è eleganza, raffinatezza nei modi, discrezione, è anche buon gusto a tavola. Sarà per merito di una corte reale, sarà per merito di una ricca nobiltà, sarà per merito di chef blasonati che hanno importato e creato ricette eccellenti. Accompagnate, non c’è bisogno di dirlo, da vini superbi.

Un itinerario che si snoda nella Torino del gusto e della gola, va alla ricerca di piatti e ricette, assaporati, se possibile, in locali di tradizione. Perché anche il contesto vuole la sua parte e sedersi a tavola tra specchi dorati, stucchi e passamanerie d’epoca è un’esperienza che vale doppio.

Prima tappa il Caffè Reale all’interno del complesso dei Musei Reali, ospitato in quelle che erano le fruttiere e le dispense di Palazzo. Qui, anche per un pranzo leggero, si comincia ad assaporare la cucina tradizionale piemontese: peperoni in bagnacauda, tartare di fassona, vitel tonné, il dolce bunet al cioccolato.

Il ristorante Porto di Savona aperto nel 1863, appena dopo l’Unità d’Italia, in piazza Vittorio Veneto si apre sullo sfondo del Po che scorre lento e la Gran Madre: è socio dei Locali Storici d’Italia che valorizzano i più antichi ristoranti e caffetterie italiani.

Torino vanta una notevole presenza di caffè storici tutti ultracentenari, dove un tempo politici, artisti e letterati amavano incontrarsi. Imperdibile il Caffè Al Bicerin, nato addirittura nel 1763 come bottega del confettiere Giuseppe Dentis, con tavolini e banco in marmo, boiseries, pavimento in legno e serramenti in ghisa originali!

Qui si degusta il “bicerin”, cioè la bevanda storica fatta di caffè, cioccolato e crema di latte a strati, che aveva già deliziato Cavour, Alexandre Dumas, Puccini e Nietzsche. La Torino di gusto e di gola comprende anche l’aperitivo a base di Vermouth, nato proprio a Torino nel 1786 da Antonio Benedetto Carpano, e venduto all’inizio in una bottega di liquori in Piazza Castello.

La sua ricetta prevede Moscato del Piemonte e vini corposi del Sud, insieme con estratti e infusioni di circa 30 erbe aromatiche. Ecco allora il rito rinnovato oggi di Extra Vermouth che, in alcuni locali selezionati, prevede tre degustazioni di Vermouth in purezza, oppure una degustazione in purezza e un cocktail con l’abbinamento di 4 assaggi di piatti o prodotti tipici piemontesi.