Cronache
Delitti irrisolti e misteriosi, Elisa True Crime batte Netflix su caso Orlandi
Da Elisa True Crime a Franca Leosini, in Italia esplode il fanatismo per la cronaca nera
La conferma arriva da John Douglas, che ha guidato per quindici anni il Behavioral Science Unit di Quantico (Virginia), la centrale da cui si dipana la ricerca dei colpevoli di crimini violenti e, soprattutto, dei serial killer. È stato lui, il celebre investigatore, che ha seguito i casi più clamorosi ed efferati della storia recente del crimine seriale negli Stati Uniti, che ha fatto prendere Jeffrey Dahmer e l’astuto Ted Bundy ed è stato chiamato anche ad esprimere il proprio parere sul "mostro di Firenze”. Secondo Douglas, autore fra l’altro di Mindhunter, edito da Rizzoli, “un assassino seriale pianifica il suo "lavoro" con la stessa cura con cui un pittore elabora il soggetto e l'esecuzione di una tela".
Ed è proprio in questo nero che va a scavare Elisa, vincente proprio perché scevra da un approccio clinico o accademico, animata come scrive lei stessa nella presentazione del canale dall’intento di “denunciare, diffondere consapevolezza ma soprattutto per ricordare le vittime di queste storie”. Prima di lei lo aveva fatto Franca Leosini con le sue Storie Maledette, che pare torni dopo le 18 edizioni registrate dal 1994 al 2020. Nel 2021 la giornalista aveva creato un nuovo programma, “che fine ha fatto Baby Jane”, indagando la vitsa post carcere dei protagonisti delle sue storie. Ma ora, a furor di popolo, pare che torni a raccontarcene altre su Rai3.
Anche Emma D’Acquino tornerà con Amore Criminale, programma che dal 2007 di occupa di femminicidi e violenze sulle donne. Uno studio del 2010 dell'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign ha rilevato che le donne tendono ad essere attratte dal true crime più degli uomini e che sono più interessate alle storie che presentano vittime femminili e che riescono a riferire che cosa abbia motivato un assassino a compiere i suoi delitti. Elisa de Marco conferma: secondo lei, infatti, oltre a percepire un maggiore coinvolgimento, “è possibile che le donne sentano di riuscire a individuare meglio i segnali di pericolo documentandosi su determinati casi”. E infatti, la giovane Youtuber ha più volte affermato che la consapevolezza aiuta a imparare a riconoscerei campanelli d’allarme per potersi difendere al meglio.