Governo Conte-aggiotaggio/ Caso Annunziata, chi ci ha guadagnato? (2° parte)
Caso Annunziata, la più antica terza repubblica e la finanza che capisce benissimo. SECONDA PARTE
ECCO LA SECONDA PARTE DELL'ANALISI SUL CASO ANNUNZIATA E LA NASCITA DELLA TERZA REPUBBLICA
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"Segui i soldi" dichiarava il giudice Falcone a Marcelle Padovani in una intervista diventata storia postuma ormai un quarto di secolo fa. Uno degli eroi del nostro Paese parlava della pista del denaro che segui' per rompere il circuito vizioso che rendeva impossibile allo stato italiano perseguire Cosa Nostra. Lo stesso motto "segui i soldi" che molti decenni prima consentirono a un procuratore e a un pool di creare qualche problema a un signore che si chiamava Al Capone grazie al suo contabile. Cosa c'entra con la politica italiana e la sua comunicazione nell'anno del signore 2018 sotto il nuovo regno dei due Vicepresidenti e del Presidente del Consiglio che li rappresenta. C'entra perche' uno degli aspetti più interessanti del percorso accidentato che ci ha portato dal 5 marzo a oggi e' quello della forte influenza della comunicazione politica gestita in questi tre mesi sull'andamento della borsa italiana e quindi sui risparmi delle famiglie medie, sui prestiti delle piccole imprese, sui mutui e su molto altro.
Abbiamo letto tutti in questi mesi la narrazione sull'instabilita' nella costruzione del governo e nella sua articolazione e di come questa determinasse effetti negativi sulla borsa, sui titoli privati italiani più delicati e sui titoli di stato. Abbiamo letto come si siano persi centinaia di miliardi di euro e in alcuni giorni in particolare come quei miliardi siano state decine in poche ore. Quello di cui abbiamo sentito poco parlare però sono quelli che ci hanno guadagnato speculando sul l'instabilità e sulle paure che alcuni episodi in particolare di questa lunga camminata nel deserto generavano e generano. E ancora meno si e' parlato di chi tra i protagonisti della politica si sia assunto la responsabilità di creare scelte o far uscire notizie (vere o meno) che potessero influenzare i mercati nelle ore a seguire in una direzione prevedibilmente negativa per l'Italia ma positiva per i pochi che potevano sfruttare l'onda negativa per guadagnare tanto sulle pesanti perdite di molti italiani. E in alcuni casi magari questi protagonisti della politica potevano avere in qualche collega dei mass media un alleato nella diffusione in esclusiva di voci o documenti con sicuri effetti destabilizzando e soprattutto penalizzanti per la fiducia nell'economia e nella solidità del Paese.
Il nostro direttore di Affaritaliani, Angelo Perrino, in questi giorni ha messo il proverbiale dito nella piaga rompendo il silenzio e pubblicando una richiesta di chiarimento circostanziata e rivolta in particolare ad una delle più importanti giornaliste del nostro panorama mediatico, Lucia Annunziata. Lo ha fatto focalizzando l'attenzione sull'episodio della pubblicazione da parte della testata diretta dalla Annunziata (l'Huffington Post) di una versione in esclusiva del contratto di governo che l'attuale maggioranza stava scrivendo al.momento della pubblicazione. E quella versione ebbe sicuri effetti sulla fiducia nell'Italia e quindi sulla speculazione in borsa per la presenza di punti sull'uscita dall'euro, in particolare, che hanno influenzato le borse di quei giorni e in parte anche il seguito della gestione della crisi istituzionale.
Bene ha fatto il direttore a aprire uno squarcio in un campo troppo nascosto agli occhi dei cittadini e che invece dovrebbe essere indagato con più continuità e a 360 gradi lungo tutta la vita politica del Paese (e spesso anche a livello di enti locali). Ma il tema è molto più ampio anche e in particolare lungo tutti questi tre mesi che dai primi di marzo ai primi di giugno ci hanno portato dove siamo. In questi quasi 100 giorni gli episodi che hanno avuto effetti sulla fiducia nell'Italia e quindi sugli investimenti in borsa e sulle speculazioni sono stati molti e tutti con la politica e con alcuni suoi rappresentanti come attori partecipanti sia nelle scelte che nella diffusione o interpretazione di fatti o voci. Cominciando dal tentativo della presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati di fare da subito (su mandato esplorativo dato dal presidente della repubblica Mattarella) un governo tra i due veri vincitori delle elezioni del 4 marzo ovvero il primo partito, i cinque stelle, e la prima coalizione, il centrodestra. Tentativo fallito con un primo effetto sull'instabilita' italiana. E poi a seguire altro episodio destabilizzante è stato il fallimento della trattativa tra PD e cinque stelle affidata al presidente della camera Fico.
E ancora la notizia di alcune voci (oltre a quelle segnalate dal Direttore Persino) su punti delicati contenuti nel contratto di governo lega / cinque stelle. In particolare quelle sulla richiesta a Mario Draghi dell'azzeramento di 250 miliardi di euro di debito italiano oppure del blocco della TAV o della revisione di altre grandi opere strategiche. E ancora la notizia della candidatura di Paolo Savona al ministero dell'economia, soprattutto facendo circolare spunti sulle sue idee di uscita dall'euro (e poi sul piano b per realizzare quelle idee). E poi la crisi di governo della domenica sera ( influendo puntualmente sulle borse del lunedì) perché non c'era accordo su un ministro solo. E infine in questi primi giorni di governo alcune affermazioni come quelle proprio sulla TAV. Per tutti questi episodi e per tutti i prossimi che potrebbero esserci sarebbe utile costruirsi una nuova chiave di lettura delle scelte e delle parole della politica e dei media. Quella del possibile effetto sulla finanza, non solo quando si parla di Europa e di spread ma soprattutto pensando a chi trae profitto dall'instabilità dell'Italia. E parliamo di profitti economici e non elettorali.
La presunta terza repubblica insomma e la sua comunicazione seguono anche su questo fronte strade non nuovissime e se magari l'opposizione al governo fino ad oggi non ha sempre dato prova di capire a fondo cosa stia succedendo, una parte del mondo della finanza lo ha capito benissimo. E si è messa sul surf e cavalca le onde. Ai giornalisti e ai cittadini la responsabilità di non ignorare questo pezzo di realtà e di rileggere o leggere le fasi di questi tre mesi e gli avvenimenti e le parole usate per i prossimi in questa chiave.