Politica

Berlusconi presidente della Repubblica: c'è un piano segreto. Eccolo

Di Alberto Maggi

Berlusconi presidente della Repubblica, la strategia del Centrodestra per provare a eleggere Silvio

Capitolo Quirinale: su un punto ci sono pochi dubbi, se il premier Mario Draghi decide di scendere in campo e si candida ufficialmente viene eletto al primo turno, quando serve la maggioranza qualificata dei grandi elettori. Che i partiti siano divisi sul dopo non ci sono dubbi. Fratelli d'Italia vuole le elezioni, la Lega sembra volerle, Forza Italia dice assolutamente no alle urne nel 2022, il Pd a parole non vuole il voto e nei 5 Stelle Giuseppe Conte andrebbe volentieri alle elezioni, ma la stragrande maggioranza dei suoi parlamentare intende andare fino al termine della legislatura. Quella di Draghi al Colle, però, al momento resta un'ipotesi secondaria, sullo sfondo. Nel Centrodestra, dopo i recenti accordi frutto dei vertici tra i big, si continua a lavorare alla soluzione Silvio Berlusconi Capo dello Stato. La strada non è certo in discesa ma, come ha scritto Affaritaliani.it, mancherebbero al momento una cinquantina di voti (senza contare i renziani di Italia Viva).

Fonti qualificate del Cdx spiegano che, rigorosamente dietro le quinte, si sta già lavorando per mettere a punto una strategia top secret per capire se l'ex Cavaliere Presidente resta solo un "sogno", come ha detto Antonio Tajani, o se può diventare una realtà. Nei primi tre scrutini, come noto, serve la maggioranza qualificata dei grandi elettori e quindi sarebbe sbagliato "bruciare" subito il nome del leader di Forza Italia. Essendo la votazione segreta e, come insegnano i 101 franchi tiratori che impallinarono Romani Prodi, le trappole sono dietro l'angolo. Il piano top secret sarebbe quello di votare all'inizio come partiti del Centrodestra un candidato di bandiera, probabilmente una donna (potrebbe essere la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati) per contarsi e vedere se il fronte regge alla prova del voto segreto. Non solo, i parlamentari "coperti" del centro e del Centrosinistra e di tutta quell'area che va dal Gruppo Misto a quello delle Autonomie (compresi gli ex M5S) pronti a votare Berlusconi ma che non possono e non devono dirlo, nei primi tre scrutini voterebbero altri candidati di bandiera, d'accordo con gli sherpa del Cdx, in modo da capire, facendo una rapida somma, se ci sono i numeri per portare l'ex Cav al Quirinale.

Laddove il fronte berlusconiano, ufficiale e "coperti", arrivasse attorno alla soglia dei 505 (il numero di voti necessari per eleggere il presidente della Repubblica dal quarto scrutinio) ecco che scatterebbe la carta Berlusconi proprio dopo la terza votazione. Un modo, spiegano fonti parlamentari, per cercare di superare lo sbarramento in particolare dei pentastellati, visto che proprio stamattina - come era facilmente immaginabile - il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, ha dichiarato che Berlusconi al Quirinale è "assolutamente invotabile".


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